Un'email! Il mio regno per un'email!

Un'email! Il mio regno per un'email!

di Martina Zavagno. Quante email si ricevono ogni giorno? Ogni quanto tempo si controlla la posta? Cosa accadrà con l'ulteriore aumento previsto dell'email? Perché scrivere un'email è così impegnativo?
di Martina Zavagno. Quante email si ricevono ogni giorno? Ogni quanto tempo si controlla la posta? Cosa accadrà con l'ulteriore aumento previsto dell'email? Perché scrivere un'email è così impegnativo?


Weblogz – Avete mai provato a contare quante volte al giorno controllate la posta elettronica? Ormai è diventata quasi una mania. Impossibile resistervi, sembra una questione di vita o di morte, appena appare la fatidica bustina in basso a destra del nostro desktop dobbiamo subito cliccarci sopra e scoprire chi ci ha scritto. Non importa se poi leggeremo effettivamente il messaggio né, tantomeno, se vi risponderemo con prontezza. L’importante è verificare la posta con regolarità quasi maniacale.

La questione sta diventando talmente rilevante che, addirittura, Gartner Group ci ha dedicato un apposito studio i cui risultati appaiono sorprendenti, ma non troppo. Dalla ricerca è emerso infatti che, negli Stati Uniti, il 42% delle persone che usa la posta elettronica per lavoro, non manca di controllarla anche quando è in vacanza e, naturalmente, nel week-end quando non si trova in ufficio. Il 53% degli interpellati ha affermato di dare un’occhiata alla propria email almeno sei volte al giorno, mentre il 34% ha ammesso di verificarla “costantemente”. Inoltre, Gartner ha affermato che utenti business spendono una media di 49 minuti al giorno solo per controllare la posta elettronica che ricevono.

Ma gli studi sull’uso dell’email non si fermano qui: secondo un sondaggio di Gallup, il 97% percento delle persone che la usa ha affermato che la posta elettronica ha migliorato la loro vita. Il 53% degli interpellati utilizza l’email sia al lavoro che a casa e il 76% possiede più di un indirizzo. Anche Gallup fornisce dati riguardo alla frequenza con cui gli utenti controllano la propria casella: gli utenti business la verificano ogni giorno e il 51% lo fa almeno una volta all’ora. Il 71% degli utenti privati danno un’occhiata da casa una volta al giorno, ma solo il 6% lo fa almeno una volta all’ora. La media dei messaggi ricevuti naturalmente cambia: chi usa l’email per lavoro riceve circa 12 messaggi al giorno (22 secondo Gartner) e ne spedisce sei mentre gli utenti privati si limitano a riceverne 8 e spedirne 6.

E la massa di messaggi in arrivo continua ad aumentare, tanto che secondo Ferris Research, a fine anno la crescita sarà pari al 35-50% rispetto all’anno precedente. Quasi un incubo, considerando che la stessa società afferma che ogni utente business dedica circa 5 minuti a ciascun messaggio, fatto che, in prospettiva giornaliera fa salire a quasi 4 ore il tempo impiegato ogni giorno per gestire la posta elettronica. Tali numeri sono in contrasto con quelli forniti da Gartner, ed appaiono un po’ troppo allarmanti: probabilmente la verità sta nel mezzo. Comunque, su una giornata lavorativa di otto ore, pensare di trascorrerne due a controllare la posta è comunque un indicazione rilevante, che metterà in agitazione non pochi manager, abituati a ritmi frenetici e ad avere i minuti contati.

Questi dati statistici non fanno che confermare la crescente importanza che la posta elettronica sta assumendo nella nostra vita, sia privata che lavorativa. Tuttavia, comunicare via email o sms non sempre è cosa facile, anzi. Secondo una recente ricerca dell’università americana di Temple infatti, l’incapacità della comunicazione testuale di trasmettere emozioni (fatta eccezione per le emoticons, comunque non adatte alla corrispondenza commerciale) costringe ad aumentare la concentrazione ed il tempo da dedicare alla composizione del messaggio da parte del mittente ed all’interpretazione dello stesso da parte del destinatario. A quanto pare, scrivere (e leggere) un’email costa uno sforzo cognitivo dieci volte maggiore rispetto a quello necessario a sostenere una conversazione faccia a faccia. Lo studio propone un esempio pratico: se al telefono (dove conta anche il timbro della voce e c’è un feedback immediato) per spiegare un testo di 600 parole si impiegano circa 10 minuti, via email lo stesso messaggio richiede oltre un’ora per essere trasmesso con efficacia. Meno male che la posta elettronica, quasi per antonomasia, è da sempre definita un mezzo di comunicazione “rapido”…

Martina Zavagno
Weblogz

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Pubblicato il
31 ago 2001
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