L'ultradenso con Crusoe non piace

L'ultradenso con Crusoe non piace

Le aziende che avevano tentato di introdurre i chip di Transmeta sul mercato server, inventandosi i sistemi ultradensi, ora ci ripensano. Ma l'idea non è sfuggita ai colossi del settore
Le aziende che avevano tentato di introdurre i chip di Transmeta sul mercato server, inventandosi i sistemi ultradensi, ora ci ripensano. Ma l'idea non è sfuggita ai colossi del settore


Roma – Quelle aziende che quest’anno avevano creduto nei chip di Transmeta come la soluzione ideale per i server cosiddetti “ultradensi” sono o stanno per andare gambe all’aria.

Rebel.com , la prima ad aver annunciato l’intenzione di avvalersi delle caratteristiche dei chip Crusoe per costruire server dalla configurazione a rack molto compatta, e capaci di far risparmiare alle aziende spazio ed energia elettrica, ha infatti dato forfait ed è attualmente in stato fallimentare.

Situazione non meno rosea per FiberCycle, altro produttore di server ultradensi equipaggiati con chip Transmeta, che dopo aver licenziato buona parte del suo staff si appresta ora a chiudere e cambiare attività.

Meno precaria la posizione di RLX Technologies , compagna d’avventura di Rebel.com, che ad agosto ha però dimezzato il proprio personale e si prepara ad affrontare periodi bui.

Queste aziende hanno avuto il merito di introdurre per prime sul mercato il concetto di server ultradenso, e questo in un periodo in cui le CPU di Transmeta sembravano offrire una nuova opportunità di business anche in un mercato, quello dei server, dove a nessuno era mai venuto in mente di proporre soluzioni normalmente utilizzate nel campo dei notebook.

La sfida di Rebel.com e delle sue compagne di sventura è stata quella di proporre alle aziende dei server con CPU meno potenti ma in grado di costare solo una frazione dei server tradizionali ed abbattere i costi di gestione: i server con Crusoe, grazie al bassissimo dispendio di calore, non richiedono infatti ventole di raffreddamento né costosi impianti di refrigerazione.

La proposta sembrava interessante, soprattutto in un periodo in cui in USA, e specie a Silicon Valley, i costi energetici sono sensibilmente lievitati e si sono spesso verificati black-out per i sovraccarichi delle linee elettriche.

Nonostante l’idea fosse buona, a guastare la festa sono intervenuti fattori cruciali come la crisi che ha colpito tutto il settore, la concorrenza dei big e la scarsa notorietà di Transmeta nel mondo business.

Ma che l’idea potesse essere vincente lo dimostra il fatto che il concetto di server ultradensi è stato prontamente assimilato da colossi come Intel, Compaq, IBM e HP, che stanno sviluppando soluzioni per il mercato dei server mutuate in larga parte da quello dei notebook.

Compaq ed Intel, in particolare, stanno collaborando allo sviluppo di una nuova linea di server , detta QuickBlade, in grado di contenere, su di una superficie poco più grande di mezzo metro quadrato, centinaia di CPU.

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Pubblicato il 28 set 2001
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