Nuova raffica di spam sparata da Emma Bonino

Nuova raffica di spam sparata da Emma Bonino

Nuova raffica di spam sparata da Emma Bonino La lista guidata dall'ex commissario europeo torna ancora una volta a fare spam sulla Rete italiana. Da ieri è ricominciata una nuova invasione di email firmate Bonino
Nuova raffica di spam sparata da Emma Bonino La lista guidata dall'ex commissario europeo torna ancora una volta a fare spam sulla Rete italiana. Da ieri è ricominciata una nuova invasione di email firmate Bonino

Roma – Le prime avvisaglie si sono avute nella prima mattinata di ieri, quando nuovi messaggi firmati “Emma Bonino” hanno iniziato a diffondersi online “impadronendosi”, per così dire, dei mail server italiani.

Dopo aver trovato alcuni esemplari del messaggio di spam politico nelle mailbox, la redazione di Punto Informatico ha cominciato a ricevere anche le segnalazioni di alcuni di coloro che hanno ricevuto quel messaggio non richiesto. Nel corso della mattinata l’email Bonino è iniziata ad apparire, proprio come l’ultima volta, anche su alcune mailing list di discussione, moltiplicando l’effetto dello spam. In quel caso, infatti, è sufficiente inviare un unico messaggio perché venga reinviato dal sistema a tutti gli iscritti ad una certa mailing list.

Nel corso della giornata Punto Informatico ha cercato di capire quali possano essere i numeri in gioco, ovvero a quanti indirizzi diversi questa volta sia stato mandato il messaggio propagandistico (riprodotto, per dovere di cronaca, nella quarta pagina di questo articolo). Per determinarlo, la redazione ha cercato di parlare con un responsabile della campagna di spam ma, mentre scriviamo, non è ancora pervenuto alcun feedback.

Se è difficile stabilire quanti siano gli indirizzi coinvolti, ci sono comunque degli indizi che sembrano indicare una vastissima operazione tuttora in corso.

Il primo indizio è proprio l’apparizione dell’email in alcune mailing list, fino a questo momento le stesse nelle quali è apparso anche nella precedente campagna un messaggio propagandistico firmato Emma Bonino. Il secondo “indizio”, per così dire, è l’acceso dibattito che il nuovo spam ha suscitato nel newsgroup della gerarchia it. dedicato al net-abuse (it.news.net-abuse). Un altro indizio è la presenza, mentre scriviamo, di più di dieci segnalazioni nella lista “Abuse” del NIC italiano, già densa, da un mese a questa parte, di segnalazioni di spam a carico dei radicali.

Ulteriori dati arrivano da singoli riscontri, che evidenziano come l’email diffusa in queste ore arrivi a indirizzi a cui in precedenza già era stato inviato dello spam dai radicali. Infine un indizio è dato dal fatto che lo spam proviene ancora una volta da domini Internet registrati dalla Edipro, azienda che si occupa di gestire la campagna via email. L’ultima volta pare che questa società abbia mandato poco meno di un milione di messaggi pubblicitari nel giro di alcuni giorni. Il problema è che, di primo acchito, pare che le liste utilizzate per i primi invii non siano state né riviste né scremate a dovere. Sono in molti a chiedersi come fermare queste ondate di propaganda politica, sperando che nessun altro dei 44 partiti che siedono in Parlamento segua la stessa strada. C’è chi pensa a denunce formali, un percorso ben difficile considerando l’assenza di precedenti e il fatto che la netiquette rappresenta sì una sorta di “autoregolamentazione” della Rete, ma non ha valore giuridico al di fuori di essa, un dato sul quale i radicali della Bonino sembrano puntare decisamente in questa occasione.

Più concreta sembra la strada percorsa da chi si sta attivando in queste ore per segnalare quanto sta accadendo al Mail Abuse Prevention System , forse la più autorevole delle organizzazioni anti-spam. Il MAPS, se prenderà in considerazione la cosa e accerterà quanto sta avvenendo, potrebbe decidere di infilare i domini di partenza dei messaggi Bonino nella sua RBL, la “lista nera” degli spammatori. Una lista alla quale fanno riferimento molti provider per filtrare ed eliminare “a monte” la posta indesiderata proveniente da riconosciuti spammers. Se ciò accadesse, rappresenterebbe di sicuro un “freno” ad ulteriori azioni di questo tipo.

Va detto che una differenza sostanziale nel messaggio che viene inviato in queste ore rispetto a quello spedito qualche settimana fa è costituita da un link in fondo all’email che consente di arrivare con un solo clic nella pagina dell’Unsubscribe. Una pagina in apparenza pensata per consentire la cancellazione della propria email dalla lista di invio dei radicali. Sempre che l’utente riconosca a quale delle proprie email il messaggio è stato inviato. Nello stesso, infatti, manca l’indicazione del destinatario. L’assenza del destinatario è peraltro tipica dei messaggi di spam.

Chi utilizza un programma di posta diffuso come Outlook, per fare un esempio, e più di un indirizzo email, può non essere in grado di sapere a quale indirizzo il messaggio è stato inviato e dunque è impossibilitato a cancellarsi dalla lista. L’alternativa, in questo caso, potrebbe essere quella di inserire tutti i propri indirizzi nell’unsubscribe ma c’è chi obietta che così facendo si rischia di fornire, a riconosciuti spammers, nuovi email da spammare.

Da segnalare anche uno dei commenti apparso sulla lista Abuse: “Vale comunque la pena di sottolineare che lo spam è generalmente sgradito e funziona solo per chi vuole trovare, fra migliaia, i 5 o 6 sprovveduti che credono alle catene di Sant’Antonio o all’ultima lozione miracolosa. Un politico che cerca una maggioranza in questo modo – mettendosi al livello dei venditori di merci dubbie che infestano la rete – non la troverà mai”.

Come era già accaduto in precedenza, anche in questo caso nei luoghi online in cui si sta parlando della nuova ondata di spam, si tende a non parlare dei contenuti, peraltro persino di un certo interesse, dell’email firmata Bonino. Ma questo sembra essere da sempre il destino ineluttabile degli spammers.

Nelle prossime ore cercheremo di conoscere i motivi che hanno spinto la dirigenza radicale a rischiare un nuovo clamoroso boomerang, visto il risalto in chiave negativa che la volta scorsa lo spam Bonino, senza precedenti per dimensioni in Italia, aveva avuto sui media. Roma – I radicali ci riprovano. Incuranti delle critiche che sono piovute loro addosso per l’utilizzo disinvolto della rete Internet come cassa di risonanza alle loro iniziative politiche, ecco nella nostra casella email un nuovo vibrante (e non richiesto) messaggio di Emma Bonino. A questo punto, dati i precedenti, pare lecito pensare che tale noncurante amore per lo spam sia una scelta voluta e consapevole. E ‘ una cattiva notizia, poco o nulla attenuata dal fatto che, fra gli argomenti politici che i Radicali desiderano sostenere, ve ne siano alcuni, come l’opposizione alla brevettabilità del software, che interessano direttamente molti utenti Internet.

Come qualsiasi contrabbandiere di Viagra online fa da anni, il movimento di Emma Bonino risolve il problema delle mail non sollecitate citando la legge. In questo caso quella italiana sulla privacy. Quasi che le modalità di comportamento su Internet, la loro opportunità e la loro liceità, quello che un tempo si definiva “netiquette”, trovassero solo nei codici la loro degna descrizione.

Non vi sono leggi in Italia che vietino la raccolta sul web e su usenet degli indirizzi email di ignoti cittadini ai quali spedire la propria pubblicità (perchè di essa si tratta) politica? I radicali ne prendono atto con sollievo, citano l’articolo che li ripara da beghe legali (almeno da noi e per ora) e si lanciano nella loro fenomenale e gratuita discesa in campo. La storia di Internet, i meccanismi autoregolamentativi che essa si è data negli anni, le modalità tecniche di isolamento degli scocciatori sono, per Emma Bonino e soci, un particolare senza importanza. Per non sentirsi quello che sono e mettersi il cuore in pace, è per questi signori sufficiente preparare una form di disiscrizione alla propria affollata mailing list e pubblicarla sul loro sito web.

Come è avvenuto spesso in passato nel nostro paese, ai meccanismi di opt-in si preferiscono, per bassa convenienza, quelli di opt-out. Non desideri i nostri formidabili servizi, non vuoi ricevere le nostre insostituibili informazioni? Non ne hai davvero bisogno? Male, malissimo. Però vogliamo venirti incontro. Scrivici e smetteremo di fornirtele.

Le mail della Bonino sono piccole vessazioni alle quali è tecnicamente molto facile opporsi, basta un filtro nel programma di posta elettronica. Quello che risulta meno facile da filtrare è il fastidio verso chi ha scelto di eleggere parte del proprio consiglio direttivo via Internet senza sapere nemmeno cosa Internet sia.

Massimo Mantellini Salve, sono Emma Bonino, e le propongo un “sondaggio” e 7 iniziative online.
Grazie e buona… azione!

Quali alleanze per le elezioni politiche ?
“SONDAGGIO”:
http://www.radicali.it/action/sondaggio/

Azioni online:

ABORTO E CONTRACCEZIONE
Per introdurre in Italia pillola abortiva RU486
http://www.radicali.it/action/ru486/

FREE SOFTWARE
Petizione europea contro la brevettabilità del software
http://www.radicali.it/action/freesoft/

LEGALIZZAZIONE DROGHE
Sostegno a Pannella e ai radicali sotto processo per disobbedienza civile
http://www.radicali.it/action/legalize/

FIRMA DIGITALE E VOTO ELETTRONICO
Richiesta al Governo per la legalità delle elezioni politiche
http://www.radicali.it/action/digital/

CONTRO LA TELEVISIONE DI STATO
Per abolire la concessione unica radiotelevisiva
http://www.radicali.it/action/rai/

CONTRO IL SINDACATO DI STATO
Per l’abolizione del sistema di rinnovo automatico dell’iscrizione sindacale
http://www.radicali.it/action/sindacato/

LIBERALIZZAZIONE TELECOMUNICAZIONI
Per l’abolizione del canone Telecom
http://www.radicali.it/action/telecom/

Su questi ed altri temi si confronteranno tra pochi giorni anche le liste
delle elezioni radicali online.
Per partecipare e votare, clicca qui:
http://www.radicali.it/action/register

***
PS Questa email e stata inviata nel rispetto della legge sulla privacy; se
desidera maggiori informazioni o se intende cancellarsi, può cliccare qui:
http://www.radicali.it/action/privacy/

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Pubblicato il
16 nov 2000
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