Spam Bonino. Terzo giorno dell'invasione

Spam Bonino. Terzo giorno dell'invasione

Mentre continuano a piovere le segnalazioni e si moltiplicano gli arrivi del messaggio propagandistico anche in mailing list tecniche internazionali, i provider iniziano a mobilitarsi. Tiscali pensa ad un'azione legale
Mentre continuano a piovere le segnalazioni e si moltiplicano gli arrivi del messaggio propagandistico anche in mailing list tecniche internazionali, i provider iniziano a mobilitarsi. Tiscali pensa ad un'azione legale

Roma – Spam Bonino, terzo giorno. Il messaggio inviato dai radicali a una grande quantità di indirizzi di posta elettronica continua a diffondersi sulla Rete, come testimonia l’aumento esponenziale delle segnalazioni di “avvistamento” dell’email nei luoghi più disparati.

Nella giornata di ieri, il messaggio firmato da Emma Bonino oltre a pervenire nelle caselle di posta elettronica di numerosi utenti italiani è giunto anche ad utenti stranieri, con segnalazioni che sono arrivate in redazione dalla Francia e dalla Svizzera. Ma grazie alla presenza del messaggio su mailing list internazionali in inglese dedicate anche a temi di tecnica informatica, lo spam Bonino ha raggiunto utenti che neppure conoscono l’italiano.

La situazione sembra dunque andar peggiorando, come ha confermato a Punto Informatico il primo provider italiano ad aver portato il modello delle freenet nel nostro paese, Tiscali.

L’azienda ha confermato l’arrivo di una quantità notevolissima di messaggi e l’impossibilità di dialogo con il mittente degli stessi. Per queste ragioni Tiscali sta ora valutando la possibilità di trasferire la questione in ambito legale per difendersi dall’invasione. I responsabili di Tiscali hanno spiegato a Punto Informatico che l’azione legale potrebbe rivelarsi importante anche “per evitare che in futuro si ripeta quanto sta accadendo in queste ore”. Nella lista di discussione della Naming Authority, inoltre, lo spam Bonino è all’ordine del giorno. I mantainer dei domini.it iscritti alla lista e i gestori della Naming Authority stanno dibattendo sui passi che possono essere intrapresi per arginare fenomeni di spam politico come quello messo in atto dai radicali in questa occasione.

Una prima ipotesi di un certo interesse si basa sulla possibilità di creare una “lista nera” italiana degli spammers che potrebbe essere condivisa dai provider del nostro paese per “filtrare a monte” messaggi del genere. Occorre comunque considerare che se da questa discussione dovesse derivare una proposta, ci vorrà comunque del tempo prima che una lista del genere possa essere implementata.

Dai radicali, per il momento, non giungono repliche ufficiali alle numerose proteste che in Rete e su queste pagine si sono levate nelle scorse ore. Non resta quindi che rifarsi ad un recente discorso tenuto dalla stessa Emma Bonino ( qui per ascoltare la registrazione audio-video), nel quale l’esponente radicale aveva affrontato la questione dello spam, riferendosi alla prima occasione in cui questo era avvenuto e agli articoli di Punto Informatico.

Emma Bonino aveva detto: “Condivido il fastidio, io stessa ho trovato nella mia web-mail 146 messaggi diversi, ma dico pure che c’è la libertà di aprirlo o non aprirlo quel messaggio. Uno scorre l’elenco e decide se apre o non apre. Non stiamo violando alcuna legge. Poi si può discutere del gusto o della buona educazione. Mi pareva un messaggio, come dirvi, ben educato”. E aveva spiegato: “Avremmo preferito fare molto di più e persino dare più fastidio. La verità è che non ci siamo riusciti”. La leader radicale aveva così concluso: “Voglio dire alle poche centinaia di migliaia di persone che hanno ricevuto quel messaggio che avrei preferito parlare con loro con molta meno fatica e molti meno soldi, che ne so, ad un Porta a Porta”.

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Pubblicato il
17 nov 2000
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