Dude.it/ Cronache di fine Millennium Bug

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di Aaron Brancotti. Da Dude, giornale per caso, l'intervento di uno sviluppatore di games, alle prese con i bollini SIAE e l'informazione grossolana diffusa dai media. A caccia di vere novità
di Aaron Brancotti. Da Dude, giornale per caso, l'intervento di uno sviluppatore di games, alle prese con i bollini SIAE e l'informazione grossolana diffusa dai media. A caccia di vere novità


Web – Qualcosa veramente mi turba in questo gran finale di Y2K. Sarà forse il bel paciarottone Papi che dai cartelloni pubblicitari intima “Studiate”? Viene spontaneo chiedersi perché mai e poi mai dovremmo tornare a scuola. La risposta la trovo nel cartellone immediatamente adiacente. Devo studiare per Aiutare Chi è Rimasto Indietro. Oltretutto, sembra che questo sia un Dovere Assoluto. Forse Papi ha ragione. Forse dovrei riprendere in mano il libro di Statistica, per capire bene quante fossero, da un punto di vista matematico, le probabilità che succedesse quello che è successo negli Stati Uniti. In realtà non ci vuole tanta scienza; che in seguito al voto di centonovanta milioni di persone due candidati alla presidenza arrivino alla pari è probabile quanto alla Televisione la smettano di dire castronerie. Ovvero, è MOLTO improbabile. Anche perché ci sono due tipi di castronerie: quelle dette per ignoranza e quelle dette per calcolo. Ad esempio, il fatto che Internet sia continuamente accostata a cose “brutte”, come la pedofilia o le storie d’amore che finiscono in suicidio, non può che appartenere alla seconda categoria.

Sono ormai più che convinto che Lassù ci sia gente importante che sente antenne e rotative vacillare sotto il peso dell’anarchia di Internet, dell’entropia dell’informazione, della libertà digitale di pensiero e parola.

La bidirezionalità di Internet è una spina nel fianco di dimensioni apocalittiche per tutte le ben oliate e collaudate macchine dell’informazione controllata. Certo, non si può dire pubblicamente e direttamente che Internet sia “cattiva”, pena essere tacciati di neoluddismo e farsi ridere dietro dal Mondo, ma alla lunga… alla lunga anche i topi imparano ad uscire dai labirinti e Pavlov coi suoi cani avrebbe da dire qualcosa a proposito di associazioni, se fosse ancora vivo.

Come ben sappiamo, la Società Italiana Autori ed Editori è riuscita a fare passare la legge in base alla quale TUTTI i CD, compresi quelli contenenti software gratuito, devono essere equipaggiati con apposito bollino, ovvero devono pagare i diritti di riproduzione alla SIAE stessa. A riprova di questo, mi dicono, NON stanno uscendo le varie riviste con CD accluso quali Dev, Linux&C etc. perché il costo del bollino, per queste riviste che spesso includono ben due CD, diventa decisamente significativo. Posso solo dire che questa è una vergogna, un attentato alla natura dell’Open Software e a tutti gli analoghi prodotti dell’ingegno umano che per qualche motivo gli autori desiderano condividere con il resto del mondo. Nessuno, e ripeto NESSUNO, ha il diritto di chiedere soldi a fronte del permesso di trasmissione di informazioni delle quali l’autore detiene la proprietà intellettuale, nel momento in cui lo stesso autore decide che queste informazioni debbano essere libere e gratuite.


D’altro canto, quando c’è di mezzo la SIAE non mi meraviglio più. Da molti anni suono; ho registrato e collaborato a dischi e suonato in pubblico decine di volte e conosco bene i meccanismi della SIAE, che chiede i diritti SEMPRE e COMUNQUE. Proprio così. Anche se siete pianisti classici ed organizzate un concerto di beneficenza, nel quale suonate gratis pezzi di Bach e Mozart (per i quali il diritto d’autore è scaduto), siete comunque tenuti a pagare alla SIAE l’odioso balzello.

Non mi stupisce quindi che questa vera e propria lobby legalizzata a livello statale tenti in tutti i modi di ramazzare soldi come può prima che il sistema di distribuzione e il concetto di copyright collassino su sé stessi a seguito di Napster, Open Software e compagnia.

Invece di tirare i remi in barca e rendersi finalmente conto che i tempi stan cambiando, la SIAE lamenta un buco di ottanta miliardi, si inventa scuse demenziali per continuare a farci sborsare quarantamila lire per un disco del nostro cantante preferito e organizza spettacolari passaggi di ruspe guidate da sempreverdi sorridenti Pooh su montagne di CD copiati e Pooh-kemon clonati. Un po ‘ come con le arance siciliane.

Per inciso, lo sapete di quelle quarantamila lire quanto arriva in tasca agli artisti? Non parlo di Jovanotti o degli U2, che comunque hanno potere contrattuale. Parlo dei piccoli, degli indipendenti, dei sognatori come me e i miei amici e voi. Lo sapete quanto arriva ai Santa Sangre per ogni loro disco venduto? Santa Sangre? E chi diavolo sono?

In realtà vi dico cosa davvero mi turba. Ed è qualcosa a prima vista davvero effimero, rispetto ai problemi di cui sopra. Ebbene, sono infastidito dall’incredibile successo generalizzato che sta riscuotendo la Playstation 2 sulla stampa. Sembra che parlino della cura per il cancro o della fine della fame nel mondo. L’Oggetto Totale. Il Punto Di Arrivo. Ecco, è questo che mi infastidisce, che non è per nulla effimero: ne parlano tutti, senza sapere di cosa stanno parlando. Ed ormai quando si parla di tecnologia è SEMPRE così.

E ‘ stato così per la Realtà Virtuale. E ‘ così per Internet. E’ così per i computer. Ormai ho PAURA di quello che posso trovare scritto su un giornale o di quello che possono dire alla televisione, perché io con quei cosi ci lavoro, mi guadagno il pane. Non sono un alchimista o un mago o un guaritore filippino (sono un Ninja, ma questo è un altro discorso).


Quando lavoravo con la VR, la madre di un bambino Down mi chiese se era possibile fare qualcosa per suo figlio. Aveva visto Il Tagliaerbe. Non voglio che questo succeda. Mai più.

Apro a caso un numero di Sette e trovo un articolo che inizia con la seguente frase, riferita all’Amministratore Delegato di Sony Italia: “Nel nostro Paese è l’unico che sappia come funziona Playstation 2”. Ora, visto che Sette è comunque un periodico a tiratura nazionale e che quindi è letto da un bel po ‘ di gente, non varrebbe la pena applicare qualche categoria kantiana prima di sparare simili castronerie ad effetto? E il giornalista insiste, oltretutto in maniera del tutto approssimativa, quando basterebbero dieci minuti e una rapida scorsa ad una rivista di videogiochi per avere almeno idea di cosa si sta scrivendo.

Ormai lo sa anche Caccamo che nella PS2 non c’è nessun disco rigido; quella è la XBox di Microsoft, mentre il disco rigido nella PS2 è un optional. Ma non fa nulla, tutto fa brodo, il popolo è bue (se non addirittura mukka pazza) e quando scrivi di tecnologia sei comunque in una botte di tungsteno anche se usi a malapena Word, tanto non ne capisce nessuno. E allora via alle sarabande mediamatematiche, ai miliardi di miliardi di poligoni al secondo, alle foto che sono evidentemente delle foto di veri skateboarders con didascalie che recitano “ecco come appare il videogioco di skateboard Tony Hawk 2 grazie alla incredibile potenza della nuova console Sony”.

Bene, qualcuno mi conosce personalmente, cosa che peraltro mi fa piacere perché mi fa pensare di esistere veramente, ma voialtri che siete passati di qui per caso, portati dal vento degli elettroni, dovete invece sapere che lavoro faccio adesso: sviluppo videogiochi. La PS2 l’ho avuta, insieme ai miei colleghi, tra le mani vari mesi fa. L’abbiamo comprata per importazione parallela dal Giappone. Abbiamo fatto il PS2 Party quando è arrivata, classica nottata passata giocando a Tekken (Ne Rimarrà Uno Solo). Abbiamo discusso del bello e del brutto, delle sorprese e delle delusioni e delle promesse del marketing simili a corrispondenze di amorosi sensi. E, dopo che per mesi non è uscito un gioco almeno decente, l’abbiamo venduta.

Parliamoci chiaro: è un oggetto tecnicamente straordinario, dalle potenzialità veramente grandiose. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il silicio. La PS2 è DIFFICILE da programmare. Usciranno giochi fenomenali, ma fra un po ‘. La comunità degli sviluppatori di videogiochi è contemporaneamente elettrizzata ed atterrita dalla PS2; ora non ci sono più scuse, la potenza di calcolo c’è, bisogna mettersi a fare le cose per bene. Le equazioni del moto, gli integrali, Runge-Kutta… Aspettatevi simulazioni spettacolari su queste nuove macchinette, ma armatevi di pazienza.

Anzi, già che ci siete, armatevi di pazienza anche per tutto il resto. Chissà, forse regalando una PS2 ad ogni abitante di Montecitorio…

Aaron Brancotti
Dude, giornale per caso

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Pubblicato il
12 dic 2000
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