Italia/ BSA sguinzagliata nelle scuole dell'IT

Italia/ BSA sguinzagliata nelle scuole dell'IT

L'alleanza dei produttori lancia una campagna europea sui centri privati di formazione informatica, spesso utilizzatori di software pirata
L'alleanza dei produttori lancia una campagna europea sui centri privati di formazione informatica, spesso utilizzatori di software pirata


Roma – Ci sono i centri privati di formazione informatica nel mirino della nuova azione anti-pirateria promossa dalla Business Software Alliance a livello europeo. Proprio dall’Europa, sostiene la BSA, arrivano spesso e volentieri fondi per le attività formative in aziende che sfruttano software pirata, magari proprio per insegnare ad usare il personal computer.

L’azione anti-pirateria nei confronti dei centri privati di formazione informatica, secondo quanto affermato dall’associazione dei produttori di software proprietario, è dovuta alla convinzione che “la concentrazione di programmi contraffatti o duplicati illegalmente sarebbe molto elevata fra le oltre 30.000 società private di formazione presenti su tutto il territorio europeo. L’iniziativa intende arginare il problema offrendo a tali scuole tutte le informazioni relative al corretto uso dei programmi software e delle relative licenze utili a mettersi in regola e allo stesso tempo perseguendo legalmente quelle che non lo sono.”

La nuova campagna BSA arriva dopo che in Europa sono già state intentate numerose azioni legali contro centri privati di formazione. In un anno la BSA afferma di ricevuto dozzine di denunce di pirateria riguardanti “la presunta utilizzazione illecita di programmi software nell’ambito di corsi di formazione informatica in Europa ed ha intrapreso e vinto più di 15 azioni legali.”

Secondo la BSA i centri privati che svolgono formazione, copiando illegalmente i programmi, compiono una duplice illegalità: da una parte vengono meno alla propria missione trasmettendo un messaggio “altamente diseducativo”; dall’altra essendo spesso destinatari di aiuti pubblici, sotto forma ad esempio di elargizioni del Fondo Sociale Europeo (FSE), “truffano lo Stato e la collettività”.

Le aziende che non dispongono di un numero di licenze sufficiente o che copiano illegalmente il software si espongono a un’azione legale. Un rischio notevole per i centri nel nostro paese se si considerano le sanzioni particolarmente pesanti previste dalle leggi italiane di tutela del copyright.

“Le società – ha dichiarato Paolo Ardemagni, presidente di BSA in Italia – non dovrebbero preoccuparsi esclusivamente delle implicazioni legali, ma considerare che il software contraffatto è maggiormente soggetto a malfunzionamenti rispetto ai sistemi adeguatamente supportati, oltre ad essere uno dei principali veicoli di virus informatici. Illudendosi di risparmiare sugli investimenti IT, le aziende si espongono al rischio di malfunzionamenti o alla distruzione di dati importanti, eventi potenzialmente molto più onerosi”.

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Pubblicato il
13 nov 2001
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