New York (USA) – L’ultima puntata dell’annoso dibattito sulla violenza nei videogiochi si arricchisce di uno studio dei ricercatori di Harvard secondo cui sul mercato americano finiscono troppi giochi violenti che non sono segnalati come tali.
“Medici e genitori – affermano gli scienziati – devono capire che videogiochi molto noti e non classificati possono essere fonte di esposizione alla violenza che premia i bambini per le proprie azioni violente”.
Secondo i ricercatori, che hanno pubblicato il proprio studio sul JAMA (Journal of the American Medical Association), tre videogiochi su cinque venduti come adatti ai bambini dai sei anni in su (“e-rated”) chiedono ai videogiocatori di uccidere o ferire personaggi del gioco.
“Con tutte le questioni aperte sull’impatto della violenza nei videogiochi sui bambini, questo è il primo studio a misurare la quantità di violenza nei videogiochi e-rated e a dimostrare che questo genere di videogame richiedono violenza, uccisioni e l’uso di armi nel corso del gioco”.
Secondo gli scienziati ci vuole una classificazione più severa e una descrizione dei contenuti più trasparente, per mettere in condizione i genitori di conoscere la natura dei giochi acquistati.