Vietare l'e-porno sui PC d'Australia

Vietare l'e-porno sui PC d'Australia

Il Governo del paese dei canguri vuole ricorrere a misure cinesi per impedire che certi contenuti arrivino sui computer degli utenti. Ma si tratta ancora di un progetto
Il Governo del paese dei canguri vuole ricorrere a misure cinesi per impedire che certi contenuti arrivino sui computer degli utenti. Ma si tratta ancora di un progetto


Canberra (Australia) – Non c’è nulla di nuovo se diciamo che le autorità australiane ce l’hanno con la pornografia online, visto che già oggi ai provider del paese è vietato ospitare siti a luci rosse. Quel che è nuovo è il tentativo in atto di censurare a monte i contenuti che possono pervenire agli utenti australiani dalla rete, da siti ospitati all’estero.

All’attenzione del ministro delle Comunicazioni australiano è ora un progetto dal sapore cinese, un sistemone basato su proxy di stato che potrebbe filtrare tutti i contenuti in arrivo dalla “internet internazionale”. Una soluzione finora adottata in Cina e in Arabia Saudita.

Forse ancora peggio è l’altra proposta allo studio per una normativa che potrebbe rendere i provider australiani responsabili se fanno passare contenuti “offensivi”, in primis la pornografia. La ragione ufficiale è che non si può consentire alla pornografia di diffondersi in Australia con la “scusa” di questioni di libertà quando si traduce in un “attacco”, come qualcuno lo ha descritto, agli utenti internet più giovani.

Molto del bailamme di questi giorni e delle ragioni per cui tali proposte vengono prese in considerazione in un paese democratico si deve ad un recente rapporto, considerato autorevole, del The Australia Institute , secondo cui la diffusione del porno online tra i giovani è enorme.

Il tutto è condito da accuse dei conservatori ai provider, che avrebbero tutto l’interesse a far passare il porno. Secondo l’influente senatore tasmano Brian Harradine, “Telstra e gli ISP traggono un beneficio finanziario dal sistema attuale, dove continuano a guadagnare non pochi denari facendo pagare la banda per lo scaricamento di immagini pornografiche”.

Un bel dibattito per l’Australia, dunque, che si aggiunge a quello di questi giorni sull’opportunità di censurare certi siti dedicati al videogaming…

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
6 mar 2003
Link copiato negli appunti