Napster, la scomunica di Peter Gabriel

Napster, la scomunica di Peter Gabriel

La breve ma durissima reprimenda dell'artista rappresenta forse il più autorevole attacco mai portato al sistema degli scambi musicali sulla rete. E se ne dovrà prendere atto
La breve ma durissima reprimenda dell'artista rappresenta forse il più autorevole attacco mai portato al sistema degli scambi musicali sulla rete. E se ne dovrà prendere atto


Milano – Se Peter Gabriel ritiene che Napster sia dannoso per la musica, tutti devono fare i conti con le sue parole. Gabriel è infatti non solo un musicista, è un simbolo della ricerca musicale ed è uno degli artisti del settore più stimati in tutto il mondo. Da sempre, inoltre, è all’avanguardia nel cercare nuove vie e contaminazioni dentro e fuori gli schemi tradizionali della produzione musicale. Le sue parole, dunque, lasciano il segno.

“Napster – ha detto Gabriel a Milano – vorrei che venisse chiuso”. Il sistemone che permette ai suoi utenti di scambiarsi file musicali, secondo Gabriel, rappresenta una minaccia: “Gli utenti possono usare quel sito per avvicinarsi alla musica, però poi devono comprarsi il prodotto originale. Come al mercato, un conto è vedere una cassetta di mele, un conto è prenderne una senza pagare, un altro ancora assaggiare la mela e poi comprarla”.

“Napster – ha continuato Gabriel – danneggia i giovani e i meno noti. Per loro i diritti rappresentano il 60 per cento degli introiti. Se questi vengono a mancare, non possono sopravvivere e svolgere un lavoro in modo professionale”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
16 giu 2000
Link copiato negli appunti