Le tariffe occulte e il muro di gomma

Le tariffe occulte e il muro di gomma

Oggi gli operatori del Customer care continuano a contraddirsi ma sono tutti d'accordo nell'escludere a priori qualsiasi genere di errore. Tassativamente
Oggi gli operatori del Customer care continuano a contraddirsi ma sono tutti d'accordo nell'escludere a priori qualsiasi genere di errore. Tassativamente


Web – Il giallo descritto la settimana scorsa sul prefisso dei gestori alternativi e sulla tariffazione e l’addebito conseguenti al suo utilizzo non poteva non avere un doveroso approfondimento. Le fonti delle notizie riportate nel precedente articolo erano stati il numero 187 di Telecom Italia e l’help desk dell’operatore alternativo XY (si può congetturare quanto si vuole su quale essa sia… ma come si dice per le addizioni, cambiando l’ordine dei fattori…).

Pubblicare quella notizia è stato un atto dovuto se non altro perché, a parte qualche lieve discordanza, le informazioni fornite dagli operatori dell’uno e dell’altro gestore non facevano che dimostrare uno stato del mercato della telefonia fissa italiana eufemisticamente definibile farraginoso e confuso… Ma quello che si presenta oggi di fronte al povero utente è qualcosa di veramente paradossale.

I servizi di Costumer care di Telecom e di XY, a distanza di non più di una settimana dalla pubblicazione di quel pezzo, sembrano trovarsi improvvisamente d’accordo sul fatto che le centraline possono distinguere sempre e comunque il traffico “dati” da quello “voce”. Il nuovo refrain è che, a prescindere dal gestore utilizzato, il traffico dati viene sempre tariffato secondo i prezzi dell’ex monopolista ma poi sbattuto nella bolletta del gestore alternativo se l’utente ha effettivamente premesso al numero del proprio provider il prefisso dell’operatore.

Oggi gli operatori Telecom e gli altri continuano a rispondere ogni volta in maniera diversa agli stessi quesiti, ma non rispondono più come nelle prime due occasioni , quando i due servizi sembravano raggiungere almeno una parvenza di consenso sulla possibilità di disguidi tecnici. Disguidi che oggi vengono tassativamente esclusi.

Riguardo poi alla questione delle famose chiamate “voce” che saltuariamente ricadrebbero nella competenza di Telecom, anche quando l’utente si sia diligentemente premurato di premettere al numero telefonico il famoso prefisso “salva-bolletta”, l’operatore 187 della settimana scorsa addebitava il fatto ad inefficienze della compagnia concorrente, alle quali Telecom è chiamata a sopperire, mentre quello più recentemente ascoltato si limita a dichiarare: “Vi saranno scappate…” (c’era una volta un gioco che si chiamava scarica-barile…).

La storia delle inefficienze del gestore alternativo, dunque, ora semplicemente “non vale più”, neppure per la questione dei collegamenti ad internet effettuati tramite quest’ultimo che misteriosamente compaiono nel dettaglio delle chiamate di Telecom. Oggi l’incredibile motivazione addotta è quella secondo cui, talvolta, il modem non riconosce i prefissi e la connessione avviene normalmente, come se l’utente non li avesse specificati. Chissà che diranno i costruttori di modem…

Ma di punti dolenti ce ne sono almeno altri due. Il primo, indubbiamente meno grave e trascurabile, consiste nell’imbarazzo e nell’esasperazione che può provare chi sta scrivendo questo pezzo, costretto a basarsi su dichiarazioni di coloro che dovrebbero essere le voci umane prestate alle compagnie telefoniche per dialogare con la propria clientela e che di volta in volta affermano dimensioni diverse di un’unica realtà! Ma, di questo aspetto della vicenda, ognuno è autorizzato a infischiarsene allegramente.

Il secondo riguarda tutti e non sia mai che qualcuno decida di lavarsene le mani! Perché ci sia correttezza in libero mercato, l’utente deve poter conoscere chiaramente cosa gli viene proposto per poter valutare secondo opportunità le proprie scelte. La chiave di tutto è: migliore qualità dell’informazione sulle offerte, come peraltro ha rilevato in questi giorni l’Autorità per le TLC (non proprio tempestivamente, a dirla tutta..).

La risposta ufficiale, tutta da gustare, ai dubbi ed alle perplessità di questi giorni è semplice: “Non é vero niente, nessun disguido, nessuna inefficienza, nessun addebito non dovuto”. E su questo punto pare sia meglio non pronunciarsi più in mancanza di informazioni tecniche degne di dirsi tali. Con buona pace nostra e di tutti coloro che ci hanno segnalato le proprie disavventure.

Le certezze che rimangono dopo il cambio di rotta del Customer care sono due. La prima è che non si può evitare di controllare ogni singola bolletta e confrontare tra loro le bollettazioni dei diversi fornitori. La seconda, forse addirittura più triste, è che del Customer care, dalle nostre parti, non si vedono che indizi rari e sporadici…

Federico Penco
Paolo De Andreis

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Pubblicato il
30 giu 2000
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