Colossale crack antiAmazon

Colossale crack antiAmazon

Bibliofind.com, controllato dal maggiore negozio elettronico del mondo, ha subito uno dei più imponenti crack, che ha consegnato agli autori dell'aggressione le informazioni private di 98mila clienti. Imbarazzo alle stelle
Bibliofind.com, controllato dal maggiore negozio elettronico del mondo, ha subito uno dei più imponenti crack, che ha consegnato agli autori dell'aggressione le informazioni private di 98mila clienti. Imbarazzo alle stelle


Web – Ci vorrà del tempo prima che Amazon.com si riprenda completamente dall’imbarazzo derivato da uno dei più preoccupanti ed estesi “crack” della storia ai danni di un negozio elettronico.

Il servizio Bibliofind.com, controllato da Amazon, ha dovuto spegnere i propri server annunciando che per mesi un ignoto aggressore è penetrato nei suoi sistemi e ha catturato le informazioni commerciali e private relative a ben 98mila clienti. Si tratta di dati delicatissimi, comprensivi di nomi, indirizzi e numeri di carte di credito. Dati che ora sono nelle mani dell’autore del crack.

Secondo quanto dichiarato dall’azienda, il cracker sarebbe riuscito ad entrare nei sistemi di Bibliofind.com lo scorso ottobre e da allora avrebbe avuto accesso ai server scaricando, dunque, ogni genere di informazione disponibile su quelle macchine. Un’aggressione tra le più eclatanti mai messe a segno contro un esercizio commerciale online.

Da poche ore Bibliofind.com è stato riattivato dopo la rimozione del proprio database clienti dal server che gestisce il sito. Ma l’imbarazzo rimane naturalmente altissimo, stante anche il fatto che, nonostante l’intervento dell’ FBI, fino a questo momento nulla si sa dell’aggressore…

Gli esperti, naturalmente, accusano Bibliofind.com di mala-gestione e avvertono che in quattro mesi l’aggressore può virtualmente aver fatto qualsiasi cosa, persino infilato una backdoor nei sistemi di Amazon.com. Ci vorrà evidentemente del tempo per capire fino a che punto l’incursione del cracker ha creato danni a Bibliofind.com e alla sua mamma, Amazon.com appunto.

Si tratta di voci che com’è ovvio Amazon respinge seccamente, sostenendo che nessuno dei dati raccolti dalla propria società è condiviso con i dati raccolti dal sito di Amazon.com e sottolineando che si tratta anche di piattaforme tecnologiche diverse e che, dunque, “l’integrità dei sistemi di Amazon non è mai stata messa in dubbio”.

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Pubblicato il
7 mar 2001
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