Deep Blue nella Play e nei salotti

Deep Blue nella Play e nei salotti

Cosa stanno tramando insieme tre colossi come IBM, Sony e Toshiba? Al centro delle loro comuni attenzioni c'è lo sviluppo di un chip che porti un supercomputer sui dispositivi consumer, Playstation compresa. Un mostro da mettersi in casa
Cosa stanno tramando insieme tre colossi come IBM, Sony e Toshiba? Al centro delle loro comuni attenzioni c'è lo sviluppo di un chip che porti un supercomputer sui dispositivi consumer, Playstation compresa. Un mostro da mettersi in casa


Tokyo (Giappone) – Sono passati più di 3 anni dalla storica sfida fra il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov e Deep Blue, sfida che come si ricorderà fu vinta dal supercomputer di IBM. Al termine del match Kasparov dichiarò: “Ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un tipo di intelligenza alla quale non ero abituato, dall’altra parte della scacchiera ho avvertito come la presenza di una mente aliena…”.

La “mente aliena” non era in realtà particolarmente “intelligente”, per contro riusciva a calcolare qualcosa come 200 milioni di mosse al secondo, una “forza bruta” quasi imbattibile anche per uno scacchista del calibro di Kasparov.

Capacità di calcolo ben superiori a quella di Deep Blue saranno presto disponibili anche per i comuni mortali. A fare in modo che questo avvenga ci penseranno IBM, Sony Computer Entertainment (SCEI) e Toshiba, che insieme hanno annunciato l’inizio dello sviluppo di un processore in grado di integrare, in un singolo chip, un vero e proprio supercomputer.

I tre colossi investiranno nel progetto 400 milioni di dollari e produrranno, entro cinque anni, quello che chiamano “Cell”, un microchip capace di macinare migliaia di miliardi di operazioni matematiche al secondo (nell’ordine dei teraflop) e di avvalersi di un processo produttivo al rame a 0,1 micron e della tecnologia silicon-on-insulator (SOI) di IBM.

“La piattaforma di calcolo che finora la gente è solo stata capace di immaginare sta divenendo una realtà”, ha proclamato Ken Kutaragi, presidente di SCEI. E a fargli da controcanto John Kelly, vice presidente di IBM Technoly Group: “Noi stiamo definendo una nuova era nel computing, fornendo la tecnologia che porterà, su una vasta gamma di dispositivi elettronici di consumo, tecnologie molto avanzate e accesso alla rete a banda larga”.


Il supercomputer-on-a-chip Cell integrerà le funzionalità di accesso alla rete a banda larga e sarà sufficientemente economico per essere utilizzato sui dispositivi consumer, come console e set top-box. Ognuno dei tre colossi che partecipa al progetto ha già in mente appliance che possano avvalersi di tutta questa potenza, e non è difficile immaginare che nei pensieri di Sony vi sia prima di tutto la futura generazione di Playstation .

Kenichi Sugiyama, portavoce di Toshiba (azienda che ha sviluppato l’Emotion Engine della Playstation 2) ha precisato che “questo processore non è solo per la Playstation ma per tutti i tipi di dispositivi”.

Proprio ieri Sony ha annunciato di aver preso in licenza da IBM la tecnologia di fabbricazione SOI a 0,1 micron per la futura produzione di chip per la Playstation e ed altre eventuali appliance.

Una delle particolarità più interessanti di Cell sarà quella di poter funzionare come parte di una rete di processori connessi fra loro da link a larga banda. Ken Kutaragi, CEO di SCEI, ha comparato questa funzionalità a quella di una cellula umana, capace cioè di formare una struttura completa ed in perfetta simbiosi.

Cell sarà dunque un supercomputer-on-a-chip in grado di far parte di un sistema ancora più grande e potente, una rete di processori che adotterà probabilmente un’architettura simile a NUMA (Non-Uniform Memory Access).

Quest’inedito trio IBM-Sony-Toshiba ricorda da vicino la santa alleanza IBM-Apple-Motorola: l’obiettivo comune sembra infatti sempre quello di scrollarsi di dosso l’ombra lunga e soffocante del duopolio Wintel.

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Pubblicato il
13 mar 2001
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