La scalata alla Naming Authority

La scalata alla Naming Authority

The Observer, uno sguardo attento sulle ultime evoluzioni della NA e sulle nuove presenze nell'organismo italiano che deve occuparsi della gestione dei domini .it. L'ingresso improvviso dei provider. Cosa sta accadendo?
The Observer, uno sguardo attento sulle ultime evoluzioni della NA e sulle nuove presenze nell'organismo italiano che deve occuparsi della gestione dei domini .it. L'ingresso improvviso dei provider. Cosa sta accadendo?


Roma – Osservatorio sulla NA – (qui la prima puntata ) – Si è svolta a Roma il 16 marzo 2001 l’assemblea della Naming Authority, convocata per nominare un nuovo CE al posto di quello precedente, miseramente naufragato sotto la direzione di Gabriella Paolini. Vasta la partecipazione; quasi 200 persone, presenti personalmente o per delega, rispetto alle 130 circa della precedente assemblea di ottobre.

Merito dell’importanza degli argomenti all’ordine del giorno? Forse; ma soprattutto merito dei massicci nuovi arrivi di maintainer (oltre una trentina) degli ultimi 15 giorni, che improvvisamente si sono ricordati che non esiste solo Assoprovider e Aiip, ma anche una Naming Authority di cui hanno diritto a fare parte.

Il senso ed il motivo di tale valanga di iscrizioni è apparso subito chiaro. I candidati al CE che avevano speso tempo a predisporre e far conoscere i loro programmi, i vecchi iscritti alla NA che si erano diligentemente letti le e-mail in lista per conoscere i programmi e avevano discusso per settimane sui punti caldi all’ordine del giorno, si sono subito resi conto che i giochi erano stati già fatti, sulla loro pelle, in ben altre sedi.

Già l’elenco dei presenti aveva lasciato presagire qualcosa. Gli uomini della RA erano al gran completo, personalmente o per delega; pacchi di deleghe, sapientemente spalmati qua e là per rispettare il limite di 5 deleghe a testa stabilito per gentleman agreement, circolavano per le mani dei maintainer Assoprovider.

L’assemblea è iniziata con la relazione di Claudio Allocchio sull’attività da lui svolta per conto della NA per contrastare i vari disegni di legge su internet; attività di cui la lista ed il CE erano stati tenuti all’oscuro, forse perché attività decisamente poco chiara. Nonostante gli inviti, il Presidente si è infatti ben guardato dal comunicare i nomi delle persone con cui aveva contatti e delle persone con cui si era consultato per decidere la via da tenere; certamente non la lista, né il comitato esecutivo e tantomeno la task force per la revisione dello statuto, che erano stati tenuti all’oscuro di tutto.

Nonostante in aula fosse serpeggiato disagio per questo comportamento, alle elezioni per la presidenza Allocchio ha brillantemente sbaragliato Bruno Piarulli, passando con oltre i due terzi dei voti. Ma è stata l’elezione del vicepresidente che ha reso palese l’inutilità di ogni discussione in aula, essendo i giochi stati già fatti altrove. E ‘ stato infatti eletto Frontera, vicepresidente di Assoprovider, sconosciuto ai più, presentatosi candidato solo il giorno prima. Chi si è preso la briga di sfogliare la lista di discussione della NA non è certo stato sommerso dai suoi “contributi”. Dal 1999 ad oggi ben 8 (otto!) messaggi, di cui il primo uno spam, 2 per dare o ricevere delega, uno per porre la candidatura.

Dal curriculum presentato si apprende trattarsi di G.Battista Frontera, nato a Napoli nel 1961; titolo di studio: maturità scientifica con 40/60; ex carabiniere del reparto presidenziale; vicepresidente di Assoprovider, per la quale si è occupato di “lobby parlamentare” (come egli stesso la definisce) in relazione alle ultime proposte di legge su internet. Se si voleva eleggere la persona meno rappresentativa della NA e del lavoro svolto fin’ora, l’obiettivo è stato centrato.

Occupata la vicepresidenza e con Claudio Allocchio saldamente in sella sulla vetta, i nuovi scalatori hanno cominciato a delineare all’assemblea un cupo quadro nel quale Passigli si apprestava a spazzare via la NA per decreto legge, a meno che la NA stessa non si fosse trasformata in qualcos’altro. Non un ente normatore autonomo e democratico com’è ora, ma una specie di organo rappresentativo di tutte le associazioni di categoria (ovviamente quelle che contano, come Assoprovider e Aiip).

Teorizzata da Trumpy della R.A. la teoria della Costituencies (una sorta di ordinamento corporativo in cui il potere decisionale è spartito fra le rappresentanze di categorie istituzionali) è toccato a Nuti, rappresentante di Aiip, descrivere e proporre il nuovo modello di comitato esecutivo cui la NA avrebbe dovuto adeguarsi per sopravvivere a Passigli: un CE di 8 membri con 2 posti riservati alla RA, 3 ai rappresentanti di categoria (di cui 2 ovviamente riservati ad Assoprovider e a Aiip) e, bontà sua, 3 membri eletti dall’assemblea. Un bel manuale Cencelli applicato alla NA.

Fortunatamente, la vecchia guardia della NA è riuscita a riorganizzarsi. La proposta non è riuscita a passare, trattandosi di modifica allo statuto e richiedente quindi la maggioranza degli aventi diritto al voto. Così come non è passata la proposta di una task force che modificasse in tal senso lo statuto, essendo stata questa mansione riservata al CE.

Giunti alle elezioni del CE, si è avuta come lo scorso anno la presentazione di candidati dell’ultimo minuto privi di programma; candidati che ovviamente, come l’anno scorso, sono stati regolarmente eletti secondo gli accordi presi in altra sede. Alla fine, sono risultati eletti nel Comitato Esecutivo (in ordine alfabetico) Vittorio Bertola, Pierfranco Bini, Roberto Fantini Perullo, Enzo Fogliani, Ignazio Guerrieri, Andrea Mazzucchi, Andrea Monti, Stefano Trumpy (RA).

Ovviamente, non è stato eletto né Lapo Sergi, in rappresentanza degli enti conduttori, né Mario Chiari dell’ISOC; con buona pace della necessità (sbandierata da Stefano Trumpy con il suo elogio alle costituencies) che la NA sia il più possibile rappresentativa dell’utenza. Lo stesso Trumpy, tanto per garantire il pluralismo nel CE, si è candidato due minuti prima delle elezioni nel CE, dove la RA cui appartiene ha già un rappresentante fisso di diritto.

Per tirare le somme, alla assemblea della NA si assistito ad avvenimenti significativi. 1) la convergenza di voti su Allocchio e Frontera (e poi su Trumpy per il CE) è il segno evidente di una manovra “politica” ben concertata in precedenza; 2) Nel caso qualcuno non lo avesse ancora capito, la RA ha apertamente affermato con intervento del suo direttore Denoth che vuole riappropriarsi della libertà di movimento – o di asservimento a Governo e Ministeri – riassorbendo l’ente normatore nel suo interno; 3) l’azione di scalata della NA da parte di AIIP e Assoprovider, per quanto solo parzialmente riuscita, è il segno di una convergenza dirompente di interessi politici ed economici sul governo dell’Internet Italiana.

La vecchia guardia della NA, seppur presa di sorpresa, giocando le sue carte in modo dignitoso è riuscita a mettere qualche ostacolo al disegno di occupazione della NA, ottenendo il notevole risultato di bloccare la richiesta di un CE governato da RA e associazioni imprenditori, ed eleggendo un CE ancora piuttosto equilibrato.

Vedremo se e come sarà in grado di svolgere il suo lavoro, prima che i politici si liberino della NA indipendente.

The Observer

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Pubblicato il 31 mar 2001
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