New York (USA) – La guerra senza esclusione di colpi che coinvolge le majors della discografia americana e Napster vive di vittorie parziali dall’una e dall’altra parte. L’ultima va a Napster. Invece di essere definitivamente chiuso come chiesto dagli industriali della RIAA, Napster continuerà a sostenere il file-sharing musicali tra i propri utenti.
Lo ha deciso nelle scorse ore il giudice distrettuale Marilyn Hall Patel che ha avvertito la RIAA affermando, in sostanza, che se si vuole che Napster blocchi la condivisione di certi file musicali occorre dare a Napster gli strumenti necessari, a partire dal nome e specifiche di tutti i file che si intendono bloccare.
La RIAA aveva chiesto per l’ennesima volta una ingiunzione di chiusura per Napster sostenendo che i filtri posti dall’azienda per impedire che gli utenti scambino certi file “non funzionano affatto”. Un’accusa rigettata da Napster, secondo cui, invece, il problema sta nel fatto che la RIAA non fornisce tutti i dettagli dei file che vorrebbe bloccare.
Secondo Napster, i dati che la RIAA deve fornire includono nome dell’autore, titolo e almeno il nome di un file come “prova” che la canzone viene effettivamente scambiata all’interno del sistemone. Se questi dati non arrivano, Napster sostiene di trovarsi nella condizione di dover cercare per centinaia di migliaia di variazioni del nome dell’artista o di combinazioni del titolo e del nome senza magari riuscire a trovare il file giusto. “Quello – ha accusato uno degli avvocati di Napster – è il solo modo in cui ci sia possibile rendere davvero efficaci i filtri”.
L’azienda ha affermato che nella scorsa settimana ha bloccato 1,75 milioni di possibili combinazioni di titolo e autori con le varianti dell’uno e dell’altro. A suo dire, Napster ha reso impossibile la condivisione dell’85 per cento dei titoli rientranti nell’operazione di “filtraggio”. Nella giornata di giovedì scorso, ha spiegato Napster, i filtri hanno scansionato la bellezza di 1,6 miliardi di file.
Patel ha anche detto che se la RIAA intende ottenere una ingiunzione che costringa Napster ad agire di propria sponte contro la condivisione dei file musicali deve rivolgersi alla Corte d’Appello. Era stata questa, infatti, ad impedire a Patel di chiudere definitivamente Napster, spiegando che la RIAA avrebbe dovuto “collaborare”. Una revisione di quella impostazione da parte della Corte, d’altra parte, appare decisamente improbabile agli osservatori.
Nella sua nuova posizione di forza, in questa fase della battaglia giudiziaria, Napster ha evidenziato con più vigore come le pressioni della RIAA abbiano portato al blocco di file che non rientrano negli obiettivi dell’ingiunzione di Patel.
“Di recente – ha scritto Napster sul proprio sito – abbiamo migliorato i nostri filtri nel tentativo di tenere fuori le variazioni dei nomi degli autori e dei titoli da bloccare che continuavano ad apparire nell’indice di Napster. Questo ha purtroppo creato un aumento del blocco di file che non avrebbero dovuto essere filtrati. Per questo ci scusiamo con tutti i nostri utenti e con gli artisti”.
Quanto sta accadendo si incrocia con il fatto che, come osservato da più di una società di rilevazione, gli utenti di Napster sono in diminuzione, pare addirittura del 20 per cento da un mese all’altro. Secondo Jupiter Media Metrix, in queste settimane Napster è stato utilizzato da 12 milioni di persone contro i 15 milioni registrati lo scorso febbraio. Un calo che arriva nonostante il fatto che il 14,3 per cento degli utenti dei 13 paesi più “connessi” conosce e utilizza Napster.
I “concorrenti” più accesi di Napster sono naturalmente gli altri sistemi di file-sharing e file-swapping (qui uno speciale ) che stanno reclutando una quantità sempre maggiore di utenti intenzionati a scambiarsi musica senza riconoscere percentuali ai discografici o agli artisti.
“Contro” Napster, in questo senso, non giocano soltanto i filtri, la cui efficacia non è davvero granché e ci vuol poco a verificarlo “sul campo”, quanto il fatto che per molti sta diventando semplice trovare musica altrove, su sistemi altrettanto affollati che finiscono per mettere a disposizione grandi quantità di musica.
Secondo Jupiter Media Metrix, gli utenti di Bearshare , versione avanzata di Gnutella, sono passati dai 187mila di febbraio ai 520mila di marzo. Come a dire che Napster molto presto dovrà smettere di occuparsi solo della RIAA…