Roma – La bomba l’ha tirata il Wall Street Journal, il più autorevole quotidiano finanziario americano, che ieri l’ha piazzata in prima pagina perché esplodesse con maggior fragore. La bomba è un’accusa rivolta all’Unione europea, comunità di stati nei quali la liberalizzazione delle telecomunicazioni procede lentamente, troppo lentamente, addirittura starebbe rallentando.
Secondo il WSJ, il mercato delle TLC non si sta aprendo come dovrebbe, “sta perdendo slancio”, al punto che “rischia di mettere in pericolo l’ambizioso obiettivo di portare l’economia comunitaria ad essere la più competitiva nel mondo entro il 2010”.
Il quotidiano americano riprende le critiche, le osservazioni e le spintonate che arrivano da mesi dalle grandi aziende statunitensi impegnate sul mercato europeo. I giornalisti del WSJ spiegano che se fino a qualche tempo fa queste aziende cercavano solo spazio per operare, oggi i grandi nomi, da WorldCom a Vodafone fino ad America Online, non sono solo oggetto di indagini da parte dell’Antitrust UE ma sono anche spazientite per i ritardi accumulati dalla liberalizzazione delle TLC nel Vecchio Continente.
Il giornale finanziario dà atto all’Antitrust europeo di aver avviato una approfondita indagine sull’ultimo miglio, una delle questioni più rilevanti per gli utenti europei e le loro bollette. L’Antitrust, infatti, attraverso indagini presso 250 operatori europei, sta cercando di capire se nei diversi paesi gli ex monopolisti stiano cercando di rallentare la liberalizzazione o addirittura di impedire ai concorrenti l’accesso ai servizi.
In cima alle preoccupazioni delle imprese americane in Europa sarebbe anche tutta la questione della banda larga e dello sviluppo del mercato relativo. Una questione della quale in Europa si occupa il commissario Mario Monti. Rimane invece da vedere come e se queste “pressioni americane” possano tradursi in benefici per l’utente europeo…