Office v. X, suite in stile MacOS X

Office v. X, suite in stile MacOS X

Abbiamo provato Office v.X, la prima versione della nota suite di Microsoft pensata per sfruttare a pieno le potenzialità di MacOS X
Abbiamo provato Office v.X, la prima versione della nota suite di Microsoft pensata per sfruttare a pieno le potenzialità di MacOS X

Roma – Lanciato in Europa una decina di giorni fa, per la precisione l’8 di dicembre, Microsoft Office v.X è la prima versione della nota suite realizzata appositamente per Mac OS X.

Quest’ultima release di Office gira esclusivamente all’interno del nuovo sistema operativo di Apple, ma sugli scaffali dei negozi resteranno comunque in vendita ben tre differenti pacchetti di Office per Macintosh: la versione 98, ultima release localizzata in italiano (e, forse proprio per questo, una delle più vendute nel nostro paese), la versione 2001 (la più aggiornata per chi utilizza Mac OS classic) e la nuovissima v.X, unica release a girare nativamente, ed esclusivamente, in Mac OS X.

Vista la già recente versione di Office 2001, a livello di funzionalità le novità non sono molte, e riguardano principalmente Entourage, “l’assistente personale” che permette di gestire posta elettronica e impegni personali, integrando al meglio le funzioni di agenda, rubrica e calendario. La novità principale è rappresentata dal fatto che un’altra importante applicazione è stata portata sotto Mac OS X, e questo non può che essere un bene per Apple e per il suo nuovo sistema operativo.

La mancanza di una versione in italiano non è una novità: per ora non si prevede alcuna localizzazione, ma nemmeno si esclude la possibilità che un giorno venga fatta, se i numeri di vendita lo consentiranno (in ogni caso non è sicuramente in previsione a breve…). Questa mancanza è colmata, almeno in parte, dalla presenza dei dizionari in italiano, ma questi dettagli li vedremo in seguito.

La confezione in cui giunge Office v.X mostra da subito la grande attenzione prestata dalla Macintosh Business Unit (la divisione di Microsoft che si occupa esclusivamente dei prodotti per Macintosh) per presentare il loro prodotto. Il design è molto particolare (tanto da vincere dei premi specifici del settore), ma forse, visto anche il prezzo non proprio contenuto, un piccolo manuale e un box rigido per conservare il CD non sarebbero guastati.

L’installazione della versione base è in perfetto stile Macintosh: un semplice Drag&Drop e l’intero pacchetto è già installato sul nostro hard disk, pronto per essere avviato. In un’unica cartella di 200 MB scarsi abbiamo a disposizione Word, Excel, Power Point, Entourage e MSN Messenger; inoltre, sempre nella stessa cartella, ritroviamo un manuale PDF di 170 pagine, il set base di oltre 300 clip-art, centinaia di modelli già pronti e alcuni tool di supporto (tra cui i principali dizionari e i filtri per importare documenti di altre applicazioni).

Se tutto ciò non vi basta, esplorando il CD-ROM (o procedendo con un’installazione personalizzata) si possono trovare molti extra: 120 MB di clip-art, una 60-ina di font, 40 MB di modelli, i dizionari per tutte le lingue europee, effetti sonori, diverse applicazioni ed utility (da Equation Editor a Windows Media Player) e una versione trial di RealBasic, con la quale è possibile sperimentare l’integrazione con le applicazioni Office v.X e l’automatizzazione di numerose funzioni. Lanciando una qualsiasi applicazione, la Project Gallery ci guida alla creazione di un nuovo documento vuoto o basato su uno dei numerosi modelli a disposizione.

Si nota fin da subito lo sforzo fatto per integrare al meglio l’interfaccia di Office v.X con quella del nuovo sistema operativo: le applicazioni sfruttano pienamente le librerie Carbon di Mac OS X per offrire agli utenti Macintosh tutte quelle caratteristiche che si aspettano da ogni applicazione.

Il supporto del drag&drop diventa completo in ogni sua forma, così come il supporto a QuickTime: per fare un esempio, possiamo trascinare un filmato QT dalla scrivania ad una slide di Power Point ed avere così il filmato a disposizione per la nostra presentazione. Ma QuickTime é un potente motore anche per l’applicazione di filtri ed effetti, e Word sfrutta pienamente questa possibilità su ogni immagine che andiamo ad inserire nei nostri documenti.

Altra caratteristica che accomuna tutte le applicazioni del pacchetto Office con Mac OS X è il supporto del formato PDF e del motore Quartz, grazie al quale è possibile applicare effetti di antialiasing, trasparenza e ombreggiatura senza alcuno sforzo. L’introduzione di queste caratteristiche sta a significare che Microsoft non ha fatto una semplice “carbonizzazione” del suo pacchetto, ma ha anche prestato attenzione alle possibilità offerte dal nuovo sistema, alle sue caratteristiche e alle nuove librerie.

Una gradita novità a livello di interfaccia è costituita dall’introduzione della Formatting Palette, che consente di mettere ordine tra le numerose palette di strumenti, e risparmiare prezioso spazio sullo schermo. La Formatting Palette compare con un “effetto genio” per tutto simile a quello utilizzato per il dock, e tanto per restare in tema, fa piacere osservare l’attenzione mostrata anche verso questo componente del sistema operativo: le finestre di ogni documento vengono ridisegnate con dimensioni tali da non interferire con Dock (qualunque dimensione esso abbia) e occupano l’intero schermo se questo è assente.

Torna finalmente anche la voce “Preferenze…”, nella metodologia standard di Mac OS, a sostituzione del passaggio non molto comodo “Strumenti—>Opzioni…” che forse è più caratteristico dei sistemi Windows.

Dal pacchetto manca, come d’abitudine, la versione Macintosh di Access. Microsoft afferma che si tratto di un prodotto per il quale non ci sarebbe grosso mercato, vista l’abitudine degli utenti Apple ad utilizzare uno strumento per i DataBase molto diffuso: FileMaker. Pur non condividendo pienamente questa idea, in quanto credo che i due pacchetti potrebbero essere complementari ed andare a coprire due segmenti paralleli di mercato, devo quantomeno riconoscere la coerenza di Microsoft in questa scelta, che assicura la piena compatibilità di Excel con gli archivi di FileMaker.

Le novità maggiori arrivano comunque dall’assistente personale Entourage, che ora presenta cinque diverse sezioni: e-mail, calendario, rubrica, note e impegni. A maggior conferma dell’integrazione con Mac OS X, i reminder impostati con Entourage funzionano anche ad applicazione chiusa segnalandoci i nostri impegni con un discreto avviso che compare nel Dock.

Conclusione

Office v.X è sicuramente la migliore versione di Office uscita finora, e l’attenzione ai particolari mostrata da Microsoft rende il pacchetto molto appetibile agli utenti di Mac OS X e a chi attendeva l’uscita di un pacchetto simile per abbandonare definitivamente il vecchio Mac OS classic.

Ciò non significa che il pacchetto sia esente da difetti: prima di tutto il prezzo, che per un prodotto la cui diffusione potrebbe essere molto capillare è decisamente elevato e per niente consumer (anche se fortunatamente sono previste delle licenze studenti). La mancanza di Access è un altro punto a sfavore al quale gli utenti Macintosh ci stanno comunque facendo l’abitudine. Poi, almeno per quanto riguarda gli utenti italiani, la mancata localizzazione potrebbe rappresentare un problema, anche se fortunatamente almeno i dizionari si sono salvati. Infine, anche se questa strada è seguita da molte software house e per molti prodotti, la completa mancanza di un manuale stampato è pur sempre un aspetto negativo.

Nulla di negativo da segnalare per quanto riguarda l’utilizzo, anzi, il pacchetto di comporta bene anche con sistemi poco potenti, dimostrandosi poco avido di risorse ed in grado di sfruttare bene le potenzialità di Mac OS X.

Domenico Galimberti

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Pubblicato il 18 dic 2001
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