San Francisco (USA) – Per la prima volta il celeberrimo Peekabooty è stato presentato in pubblico, dimostrando però di essere ancora lontano dalla versione definitiva. Si tratta di un software su cui da lungo tempo stanno lavorando alcuni hacker del Cult of the Dead Cow (CDC). Un programma che promette di superare anonimamente filtri censori di stato per garantire libertà di informazione e comunicazione a chiunque possa accedere alla rete telematica.
Il software dispone di un proprio sito dove gli autori raccontano i progressi fatti, oltre a tenere traccia delle più importanti notizie in materia di diritti umani e civili.
La scorsa settimana, Peekabooty ha fatto la sua prima comparsa in occasione del CodeCon , meeting di smanettoni a San Francisco, e gli autori hanno ammesso che ci vorranno ancora almeno sei mesi di lavoro per trasformare l’applicativo in una realtà.
Annunciato a fine 2000, più volte era stato dato per imminente il rilascio del sistema, al punto che ora Peekabooty si è guadagnato un posto nella classifica dei dieci vaporware (ovvero sistemi annunciati ma mai prodotti) stilata annualmente da Wired.
A guidare lo sforzo di sviluppo sono Paul Baranowsky e Joey De Villa che hanno spiegato come “le buone notizie sono che adesso ci lavoriamo entrambi sopra a tempo pieno. Ora non abbiamo altri progetti in corso”.
L’obiettivo del programma ha un sapore rivoluzionario, perché mira a consentire la trasmissione e ricezione anonima di materiale attraverso un network peer-to-peer capace di aggirare le censure che molti paesi pongono sulla circolazione delle informazioni. Sfruttando il network, la richiesta di un dato documento viene inviata dall’utente al nodo più vicino, da qui ad un altro nodo via via fino al raggiungimento del documento. Ogni nodo registra l’indirizzo solo del nodo precedente e dunque, anche quando il documento viene trasmesso al richiedente originale, l’anonimato appare garantito.
Altri dettagli sono disponibili sul sito dedicato .