Patteggia il boss di DrinkOrDie

Patteggia il boss di DrinkOrDie

Il super-ricercato del più imponente blitz anti-pirateria internazionale ammette le proprie colpe e patteggia. Il suo gruppo era tra i maggiori
Il super-ricercato del più imponente blitz anti-pirateria internazionale ammette le proprie colpe e patteggia. Il suo gruppo era tra i maggiori

Alexandria (USA) – Ha deciso di patteggiare il 28enne John Sankus Jr. identificato dagli investigatori come la mente del network di crack e warez noto come DrinkOrDie, un network con diramazioni internazionali oggetto lo scorso dicembre della più massiccia operazione di polizia di questo tipo finora registrata.

A Sankus – noto come “eriflleH” (“Hellfire” letto al contrario) – viene contestato il reato di cospirazione al fine di commettere crimini informatici nonché una serie di capi di imputazione in merito alla produzione e diffusione di materiale pirata. Secondo gli investigatori la sua organizzazione rappresentava una delle più antiche, ramificate e sofisticate entità del settore della pirateria che aveva fatto della rete il principale terreno di “lavoro”.

Secondo le autorità, Sankus e DrinkOrDie sono responsabili di perdite annuali a carico dell’industria del software e dei videogiochi comprese tra uno e cinque miliardi di dollari, a fronte di una perdita globale complessiva che i produttori stimano in 12 miliardi di dollari.

Logo di DoD DrinkOrDie, raccontano gli investigatori, divenne molto famosa quando nel 1995 rilasciò sulla propria rete copie di Windows95, il nuovo sistema operativo rilasciato da Microsoft, due settimane prima del lancio ufficiale dello stesso. Secondo gli inquirenti, DrinkOrDie nacque due anni prima, nel 1993, a Mosca, ad opera del predecessore di Sankus, per ora noto solo come “EvilTea”. E suoi contatti, network e diramazioni si trovano non solo in numerose università americane, molte delle quali già visitate dalla polizia, ma anche in paesi esteri dove lo scorso dicembre hanno appunto avuto luogo una serie di blitz delle forze dell’ordine.

Sankus ha ammesso le proprie colpe e ha evitato così un procedimento al termine del quale, se fosse stato condannato per i reati ascrittigli, avrebbe potuto subire una condanna a più di vent’anni di reclusione. Con il patteggiamento, invece, Sankus potrà essere condannato al massimo cinque anni di prigione e ad una multa non superiore ai 250mila dollari.

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Pubblicato il
1 mar 2002
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