Fallisce RealNames all'ombra di Microsoft

Fallisce RealNames all'ombra di Microsoft

di Paolo De Andreis. L'epilogo della società che voleva divorare le URL è legato alle scelte di Microsoft, che ha deciso di cessare il proprio supporto. RealNames chiude, tra polemiche destinate ad essere presto dimenticate
di Paolo De Andreis. L'epilogo della società che voleva divorare le URL è legato alle scelte di Microsoft, che ha deciso di cessare il proprio supporto. RealNames chiude, tra polemiche destinate ad essere presto dimenticate


Roma – Quando RealNames ha iniziato la propria attività, internet in Italia era davvero poco conosciuta e ignote erano le operazioni di un’azienda che già allora puntava tutto sulla possibilità di rendere più facile e più veloce l’accesso ai siti internet. Attraverso Punto Informatico dal 1996 informammo, non senza un certo scetticismo, degli apparenti “progressi” sul mercato di questa azienda.

Sfruttando una delle più pesanti carenze del World Wide Web, quella dovuta alla intrinseca complessità di una URL da digitare sul proprio browser per raggiungere un sito, RealNames ha creato una tecnologia che consente di tradurre un indirizzo web in una semplice parola, in una “keyword” facile da ricordare e riprodurre.

Un business complicato quello di RealNames, che ha sperato di far cambiare abitudini di digitazione agli utenti e di mettere la propria tecnologia tra i navigatori e i loro “siti preferiti”, soprattutto quei siti capaci di mettere sul piatto una manciata di dollari per acquistare un “nome facile”.

RealNames si è scontrata con una realtà più complessa di quanto avesse preventivato: da un lato sono relativamente pochi gli utenti internet che quando navigano digitano una cosa qualsiasi nella barra degli indirizzi, preferendo invece avvalersi dei link consigliati dai siti che visitano, dall’altro in tutti questi anni RealNames è rimasta confinata in una nicchia del mercato, prevalentemente quello americano, senza ottenere alcun successo o riconoscimento davvero clamoroso (ad eccezione del risalto dato ad una effimera infatuazione della popstar Madonna ).

Non possedendo un browser dominante, il destino di RealNames ha seguito gli umori di Microsoft. Perché la mamma di Internet Explorer ha consentito alla tecnologia delle keyword di finire nel browser utilizzato dalla stragrande maggioranza dei navigatori nel mondo, ma è una mamma che ha ora deciso di non rinnovare il contratto togliendo letteralmente la terra da sotto i piedi dei manager di RealNames, che hanno annunciato la chiusura dell’azienda dopo una non brevissima e poco gloriosa storia industriale.

E’ triste vedere un’azienda spegnersi, sebbene il proprio business apparisse difficile, forse fallato, fin dall’inizio. Ma forse è ancora più triste leggere che uno dei fondatori di RealNames, Keith Teare, ora non trova di meglio che accusare Microsoft di tutto e di più, accuse che in questo caso sembrano nascere più dalla rabbia di perdere l’unico salvagente che era riuscito ad afferrare che alla realtà delle cose… Sarà anche vero che “a Microsoft non piacciono i prodotti che non può controllare”, ma questo non basta a giustificare il fallimento di un business che fin dal suo primo apparire è apparso incompatibile con le esigenze e le abitudini di una popolazione internet in continua e diversificata espansione.

Paolo De Andreis

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Pubblicato il
14 mag 2002
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