I DVD possono essere copiati.. legalmente

I DVD possono essere copiati.. legalmente

di G. Montanari. Assolto il curatore di un sito denunciato per aver linkato il DeCSS, il programmillo che consente di leggere DVD in un modo poco gradito alle majors del cinema. Il DeCSS è opera di libera espressione
di G. Montanari. Assolto il curatore di un sito denunciato per aver linkato il DeCSS, il programmillo che consente di leggere DVD in un modo poco gradito alle majors del cinema. Il DeCSS è opera di libera espressione


San Francisco (USA) – Usare internet per pubblicare il codice di un software che può essere usato per decriptare e copiare film digitali è un’attività inclusa nella libertà di espressione garantita dal Primo Emendamento. Lo ha deciso una corte Californiana.

Pochi giorni fa una sentenza di tale corte ha assolto Adrew Bunner, accusato di aver pubblicato sul suo sito dei link ad un’applicazione chiamata DeCss.

“Riguardo a chi ha composto il codice del programma, il DeCss è un’espresssione scritta dell’idea dell’autore e delle informazioni a sua conoscenza a proposito del criptaggio dei DVD”, hanno scritto i tre giudici nella sentenza.

Il DeCss permette agli utilizzatori di sbloccare il codice di sicurezza dei DVD e poter conseguentemente trasferire i film sul proprio PC. La causa ai danni di Bunner (e di vari altri) fù intentata nel 1999 dalla DVD Copy Control Association , per aver violato e rivelato i “segreti” commerciali e industrali legati alla protezione del supporto DVD. Bunner e gli altri si sono subito difesi spiegando che inizialmente il DeCss era stato creato per permettere di poter vedere i DVD su Linux, per il quale non era ancora in commercio nessun decoder legale.

Una delle maggiori (e secondo la cronaca odierna: fondate!) paure dell’industria cinematografica era che una volta che il film fosse stato estratto dal DVD potesse essere scambiato e diffuso in rete alla maniera degli MP3. L’enorme dimensione dei files risultato del decriptaggio ha dapprima impedito il movie-sharing, ma adesso i molti programmi di compressione disponibili riducono drasticamente la grandezza del file. E in effetti non è una novità il fatto che agli MP3 si siano affiancate, scaricabili con i vari programmi P2P, intere videoteche.

La corte, quindi, pur ammettendo che l’utilizzo del DeCss può arrecare danni economici ed essere contrario agli interessi dell’industria cinematografica, sottolinea che tali interessi non possono in alcun modo prevalere sulla libertà di espressione.

La DVDCCA fa sapere che ricorrerà in appello.

Staremo a vedere.

Giorgio Montanari

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Pubblicato il
17 mag 2002
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