Dall'Europa no allo spam, sì al controllo

Dall'Europa no allo spam, sì al controllo

Passa il principio dell'opt-in, che sarà il cardine di una direttiva che prenderà corpo tra molti mesi. Ma si dà anche il via libera alla conservazione dei dati
Passa il principio dell'opt-in, che sarà il cardine di una direttiva che prenderà corpo tra molti mesi. Ma si dà anche il via libera alla conservazione dei dati


Roma – Come ampiamente previsto, l’Europarlamento ha approvato la normativa europea che introduce nelle comunicazioni elettroniche e telefoniche il fondamentale principio dell’opt-in, ovvero la possibilità dell’utente di scegliere se ricevere messaggi promozionali o propagandistici.

Il percorso è stato lungo e tormentato, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, e certamente non rappresenta un argine definitivo contro lo spam. Molte delle email invasive che giungono sui computer europei sono infatti generate da paesi extraUE sui quali la direttiva non può avere alcun controllo. Ma con la decisione del 31 maggio, l’Europarlamento rispecchia le scelte già operate dal Consiglio dei ministri della UE.

L’introduzione di un principio così importante, però, è andata a scapito della privacy e delle libertà individuali.

Come noto, infatti, la nuova direttiva lascerà mano libera ai paesi membri nell’imposizione di sistemi di data retention, ossia di conservazione dei dati, senza dare praticamente nessun rilievo alle conseguenze che queste attività di controllo potranno avere sulla società e l’individuo.

Inutile dire che sulla decisione dell’Europarlamento si stanno mobilitando le associazioni e i gruppi di difesa della privacy con poche speranze, a questo punto, di riuscire a cambiare il quadro normativo europeo che va definendosi.

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Pubblicato il
3 giu 2002
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