Motorola spinge Linux sugli smartphone

Motorola spinge Linux sugli smartphone

Il colosso dei chip statunitense continua ad avvicinarsi a Linux e svela un nuovo cellulare multimediale che, primo della sua categoria, sarà basato su Linux e Java. Il capostipite di una dinastia?
Il colosso dei chip statunitense continua ad avvicinarsi a Linux e svela un nuovo cellulare multimediale che, primo della sua categoria, sarà basato su Linux e Java. Il capostipite di una dinastia?


Libertyville (USA) – Quest’anno Motorola farà compiere al Pinguino un primo ed importantissimo passo verso il mercato dei telefoni cellulari. Il colosso americano ha infatti svelato lo smartphone A760, descritto come il primo dispositivo di questo tipo a combinare Linux con la tecnologia Java.

Prima d’oggi versioni embedded di Linux erano entrate, pur con quote di mercato solo marginali, su alcuni tipi di device mobili, fra cui gli ormai ben noti PDA Zaurus di Sharp. Ad oggi però solo NEC aveva espresso l’intenzione di sviluppare telefoni cellulari basati su Linux.

Motorola ha spiegato che l’A760 “combinerà le comode funzioni di un telefono mobile con le capacità di un PDA” e fornirà il supporto alle cam digitali, alla riproduzione audio e video, alla messaggistica istantanea, alla navigazione del Web e a Bluetooth. Il gingillo, che ovviamente avrà uno schermo a colori, arriverà sul mercato asiatico durante il terzo trimestre dell’anno per poi sbarcare in USA ed Europa.

“Questo microtelefono è speciale e lo distingue l’adozione di una delle più aperte e flessibili piattaforme software che esista”, ha dichiarato Rob Shaddock, corporate vice president e general manager della linea di prodotti GSM/TDMA del Personal Communications Sector di Motorola. “Supportando l’open source, il sistema operativo Linux e la tecnologia Java, Motorola sta creando l’ambiente più aperto e flessibile sul mercato, in grado di aiutare e guidare lo sviluppo di applicazioni sempre più ricche e sofisticate”.

L’affermazione più interessante arriva però da Scott Durschlag, vice president for strategy and business development del Personal Communications Sector di Motorola, che ha rivelato l’intenzione della propria azienda di estendere l’adozione di Linux su di una più vasta gamma di telefoni cellulari, fra cui quelli della categoria consumer. Linux, secondo Durschlag, potrebbe addirittura divenire, entro pochi anni, la piattaforma dominante nell’offerta di Motorola. Dichiarazioni che, anche se non si tradurranno in fatti, hanno sicuramente l’effetto di suscitare la simpatia della comunità open source.

C’è da notare come, nell’ultimo periodo, il colosso americano abbia fatto numerose mosse di avvicinamento al mercato Linux, fra cui, di recente, l’ acquisizione di Embedix , uno dei più anziani sviluppatori di soluzioni embedded basate sul kernel Linux, e l’ accordo con AMD per lo sviluppo di una piattaforma Linux per i PDA.

Per l’A760 Motorola si è però avvalsa di un Linux embedded di terze parti, quello sviluppato da MontaVista , azienda che ha già intrecciato partnership con alcuni dei più grossi calibri dell’industria dei chip, fra cui AMD, Intel, IBM, NEC, Texas Instruments e Toshiba.

Nonostante l’appoggio di Motorola, la società di analisi IDC prevede che Linux, nei prossimi anni, rimarrà una piattaforma marginale sul mercato dei telefoni cellulari. Per il 2006 IDC stima infatti che le quote di mercato dei tre maggiori concorrenti – Symbian, Microsoft e Palm – saranno rispettivamente del 53%, 27% e 10%, mentre Linux dovrebbe superare di poco il 4%.

Non è il prezzo, secondo alcuni analisti, ad attrarre i grossi produttori di dispositivi mobili verso Linux ma, semmai, le possibilità offerte dall’open source: libertà di modificare il codice e di riutilizzare la miriade di componenti free rilasciati dalla comunità di sviluppatori.

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Pubblicato il
14 feb 2003
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