Sul GSP, Gates ha visto lungo

Sul GSP, Gates ha visto lungo

di Lamberto Assenti - All'indomani della visita di Gates in Cina le autorità locali sono soddisfatte per l'accesso al codice di Windows. Una mossa che spiazza la concorrenza e che avrà ampie ripercussioni
di Lamberto Assenti - All'indomani della visita di Gates in Cina le autorità locali sono soddisfatte per l'accesso al codice di Windows. Una mossa che spiazza la concorrenza e che avrà ampie ripercussioni


Roma – “Il GSP Microsoft ci fornisce l’accesso controllato al codice sorgente e alle informazioni tecniche in un modo appropriato”. Così Wu ShiZhong, direttore del Centro cinese per le certificazioni di sicurezza tecnologica, ha approvato la decisione di Microsoft di concedere alla Cina un’occhiata approfondita ai codici sorgenti di Windows. Una scelta che consente ai cinesi, come già alla NATO o alla Russia, di assicurarsi che dentro Windows non vi siano porzioni di codice “scomode” per la sicurezza nazionale.

Quando Microsoft ha annunciato il suo Government Security Program, una eventuale adesione della Cina al piano di “condivisione controllata dei saperi” sembrava persino improbabile ma, evidentemente, la discesa di Bill Gates a Pechino nei giorni scorsi ha smosso le acque in un modo assolutamente favorevole al big di Redmond. Fino a questo momento, e da un certo tempo, le autorità cinesi avevano avuto modo più volte di esprimere i propri dubbi sulla “lealtà” di Windows e dei software proprietari di Microsoft.

Proprio per questo quanto accaduto a Pechino assume una importanza decisiva: dimostra la capacità dell’azienda di mettere le proprie carte anche sul tavolo dei più diffidenti. Non solo, questo accade in un paese nel quale l’assalto delle alternative ai prodotti proposti da Microsoft è considerato in forte ascesa .

A questo punto i tentennamenti fin qui dimostrati dalle autorità indiane per l’adesione al GSP saranno probabilmente superati entro breve termine. Né si può in alcun modo escludere la capacità di Microsoft di indurre a nuove consapevolezze anche quei governi che hanno fin qui dimostrato diffidenza nei confronti dei suoi prodotti di punta, spesso favorendo l’open source o parlandone come di una alternativa possibile.

Difficile dire cosa accadrà poi, ma da oggi una cosa è certa: nella battaglia per contrastare la diffusione e la crescita dell’open source sui mercati internazionali e nelle infrastrutture delle Pubbliche Amministrazioni, Microsoft dopo tante indecisioni è passata all’attacco, con intelligenza tattica e politica. Un’offensiva che ha tutte le carte per lasciare il segno.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il
4 mar 2003
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