Parigi, protesta per i cyberdissidenti cinesi

Parigi, protesta per i cyberdissidenti cinesi

Arriva il presidente cinese Hu Jintao e scatta la protesta creativa di Reporters sans frontières, per non dimenticare giornalisti e cyberdissidenti che marciscono nelle galere pechinesi. Almeno 70 i prigionieri
Arriva il presidente cinese Hu Jintao e scatta la protesta creativa di Reporters sans frontières, per non dimenticare giornalisti e cyberdissidenti che marciscono nelle galere pechinesi. Almeno 70 i prigionieri


Parigi – Ieri alcuni attivisti di Reporter sans frontières hanno simbolicamente liberato nel cielo della capitale francese, nei pressi della Torre Eiffel, dei palloncini rossi con attaccato il ritratto dei giornalisti e dei cyberdissidenti prigionieri nelle carceri della Cina popolare.

La polizia francese, che ha confiscato una parte dei palloncini, ha poi trattenuto per circa 30 minuti gli attivisti dell’organizzazione che successivamente sono stati accompagnati alla stazione di metropolitana più vicina.

Secondo l’ufficio diritti umani del Trocadéro, posto proprio di fronte alla Torre Eiffel, l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa e dei giornalisti prigionieri vuole attirare l’attenzione delle autorità francesi e dell’opinione pubblica sulla situazione di migliaia di prigionieri politici cinesi, tra cui si contano 59 internauti e 11 giornalisti.

“Reporter senza frontiere – si legge in una nota – ha chiesto ai deputati francesi di boicottare il discorso che il presidente della Repubblica popolare cinese, Hu Jintao in visita a Parigi, stava tenendo in quel momento davanti all’Assemblea nazionale. Attraverso questa operazione, l’organizzazione per la difesa della libertà di stampa e dei giornalisti prigionieri rende omaggio ai professionisti dei media e agli internauti detenuti in Cina per aver esercitato il mestiere di informare nella stampa o su Internet”.

I ritratti dei sei prigionieri per reati di opinione attaccati ai palloncini rossi liberati di fronte alla Torre Eiffel erano quelli di:
– Huang Qi, creatore di un sito Internet, condannato a cinque anni di carcere.
– He Depu, cyberdissidente, condannato a otto anni di carcere.
– Gao Qinrong, giornalista, condannato a 13 anni di carcere.
– Yang Jianli, giornalista di un sito Internet, prigioniero in una località segreta.
– Yang Zili, creatore di un sito Internet, condannato a otto anni di carcere.
– Jae-Hyun Seok, fotografo sud-coreano, condannato a due anni di carcere.

“Più di 14 anni fa – prosegue la nota – Reporter senza frontiere ha istituito la “Giornata delle adozioni dei giornalisti prigionieri” in cui si chiede ai media internazionali di sostenere un giornalista prigioniero. Oltre 200 redazioni nel mondo sostengono in questo modo un collega detenuto, chiedono regolarmente la sua liberazione alle autorità che lo tengono prigioniero e si impegnano a dare il massimo risalto mediatico alla situazione del giornalista adottato, per far sì che il suo caso non venga dimenticato”.

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Pubblicato il
28 gen 2004
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