Occhi puntati sulla legge anti-spyware

Occhi puntati sulla legge anti-spyware

A Washington c'è chi ritiene che i programmi fantasma che si infilano nei PC degli utenti debbano essere bloccati sul piano normativo. Non saranno d'accordo molti sviluppatori
A Washington c'è chi ritiene che i programmi fantasma che si infilano nei PC degli utenti debbano essere bloccati sul piano normativo. Non saranno d'accordo molti sviluppatori


Washington (USA) – Una piaga che affligge milioni di utenti è quella degli spyware , programmilli fastidiosi che in diversi modi, spesso perché integrati ad altri software, si installano nei PC degli utenti. Una piaga che ora i legislatori americani intendono prendere di petto.

Sebbene non manchino i software capaci di rimuovere gli spyware , la proposta di legge nota come SPYBLOCK (Software Principles Yielding Better Levels of Consumer Knowledge) nelle intenzioni di chi la sostiene al Congresso dovrebbe dare agli utenti un maggiore controllo su quali programmi si infilano nei propri computer.

L’idea è che se una softwarehouse intende far sì che un utente installi certi software per visualizzare siti web o pubblicità, allora dovrà spiegare in modo dettagliato il motivo per cui ha questa necessità e i termini di funzionamento di quanto installato. La proposta prevede che una sorta di avviso in questo senso compaia sullo schermo dell’utente e vi rimanga fin quando questi non avrà dato il suo “Ok” o lo avrà negato.

Ciò che più conta, secondo i sostenitori dello SPYBLOCK Act, che sta raccogliendo un certo interesse, è che sarà espressamente vietata l’installazione di software sul computer dell’utente in modo non trasparente. Sarà invece sempre necessario fornire quanto necessario per rimuovere facilmente il software stesso e non saranno tollerati spyware che possano in qualche modo mettere a rischio l’integrità o la sicurezza dei sistemi in cui si infilano.

La proposta, i cui termini potrebbero interessare nel tempo non solo gli spyware di oggi ma anche ulteriori tipologie di software oggi pianificate anche da grandi nomi del settore, è destinata a non piacere a molti piccoli sviluppatori che proprio attraverso lo spyware ottengono un reddito dalla propria attività di sviluppo, reddito che però è fondato sull’uso surrettizio e non trasparente di risorse altrui.

Ad attaccare i disseminatori di spyware sono entità che da sempre difendono i diritti degli utenti, come l’associazione pro-privacy EPIC , secondo cui la proposta va nella giusta direzione ma non arriva a consentire agli utenti di denunciare le società che producono spyware dannoso. Secondo EPIC questo elemento renderà più difficile far rispettare la normativa.

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Pubblicato il
2 mar 2004
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