Antipirateria, corsi BSA in Sicilia

Antipirateria, corsi BSA in Sicilia

Partecipano anche gli industriali della musica e del cinema agli aggiornamenti pensati per la Guardia di Finanza dai produttori per rendere più efficace il contrasto alla pirateria
Partecipano anche gli industriali della musica e del cinema agli aggiornamenti pensati per la Guardia di Finanza dai produttori per rendere più efficace il contrasto alla pirateria


Palermo – Sono sbarcati in Sicilia i corsi organizzati dalle major del software, della musica e del cinema per rappresentare alle forze dell’ordine, in particolare la Guardia di Finanza , tutte le novità sull’attività di pirati e contraffattori.

BSA , FPM e FAPAV hanno dunque collaborato con i comandi delle Fiamme Gialle e hanno tenuto gli incontri presso il Comando Regionale della GdF di Palermo e quello provinciale di Catania. Agli incontri sono intervenuti il Comandante Regionale della Guardia di Finanza della Sicilia, Generale Cosimo Sasso, e il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, Colonnello Mario D’ Alonzo”.

“Obiettivo dei corsi di formazione – si legge in una nota – è quello di illustrare quali metodologie investigative vengono utilizzate durante le operazioni di verifica e presentare i risultati dell’intensa attività di contrasto della pirateria portata a termine con successo in questi mesi. Sono state inoltre fornite indicazioni su come identificare prodotti contraffatti e su come rintracciare siti pirata in Internet”.

Durante gli incontri è stato anche illustrato il quadro normativo sul diritto d’autore in Italia, soprattutto alla luce delle imminenti modifiche che subirà il nostro ordinamento con il recepimento della Direttiva Europea contro la pirateria recentemente approvata dall’Unione Europea. Non si fa per ora alcun riferimento né al decreto Urbani né al provvedimento di conversione dello stesso.

L’idea dei corsi, che da mesi la BSA porta in giro per l’Italia , si deve al fatto che, secondo le major, il tasso di pirateria nel nostro paese è elevatissimo. Per quanto riguarda il software, come noto, la BSA stima che quasi la metà di tutto il software utilizzato nel paese sia sfruttato illegalmente.

“Ridurre il livello di pirateria – ha ripetuto ieri la BSA – si tradurrebbe in un vantaggio per le economie locali di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, aiutando a ridurre la diffusione del fenomeno. Una diminuzione del tasso di pirateria, anche per una piccola percentuale, porterebbe alla creazione di ulteriori posti di lavoro e a un incremento del gettito fiscale”. BSA ha anche fatto suoi i risultati di uno studio di IDC secondo cui una riduzione della pirateria del 10 per cento entro il 2006 condurrebbe alla creazione di circa 200.000 nuovi posti di lavoro, generando maggiori entrate fiscali per oltre 20 miliardi di euro.

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Pubblicato il
19 mag 2004
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