Assegnati i Big Brother Awards Italia

Assegnati i Big Brother Awards Italia

Premiati al convegno annuale e-Privacy i vincitori del tapiro dei dati personali. Da Telecom Italia a Silvio Berlusconi, ecco chi è piaciuto di meno. A Rodotà, invece, un apprezzamento molto speciale della giuria
Premiati al convegno annuale e-Privacy i vincitori del tapiro dei dati personali. Da Telecom Italia a Silvio Berlusconi, ecco chi è piaciuto di meno. A Rodotà, invece, un apprezzamento molto speciale della giuria

Firenze – Una giornata particolare quella che nel corso del convegno e-Privacy , tenuto nel capoluogo toscano nei giorni scorsi, ha visto l’assegnazione dei premi Big Brother Awards Italia 2005 : era infatti la prima volta che nel nostro paese venivano assegnati “riconoscimenti” a chi è stato ritenuto colpevole di non aver rispettato la privacy degli individui, un evento organizzato da Privacy International e dal Progetto Winston Smith . Lo stesso premio ogni anno viene assegnato in molti paesi. Ma ecco tutti i risultati.

Il Premio “Lamento del Popolo”, assegnato sulla base delle segnalazioni ricevute nei mesi scorsi dall’organizzazione dei BBA Italia, se lo è aggiudicato Telecom Italia , seguita a ruota da Silvio Berlusconi, da Microsoft e dall’ex ministro ai Beni culturali Giuliano Urbani. Telecom ha ritirato il premio, unica tra i nominati ad aver voluto presenziare all’evento.

Clicca per ingrandire Per il titolo “Bocca a Stivale” (vedi foto), invece, la giuria del premio, con 5 voti su 9, ha scelto Silvio Berlusconi . La motivazione, spiegano gli organizzatori del Premio, risiede nel fatto che “in occasione delle elezioni europee, la Presidenza del Consiglio ha spedito ad ogni numero mobile italiano un sms in cui invitava a votare, violando così la privacy di circa 40 milioni di italiani, anche di coloro che non possono o vogliono votare. Sulla scia di questa azione senza precedenti, si è gettata anche la protezione civile che ha spedito ripetutamente messaggi durante le giornate del funerale del Papa”.
BBA 2005 ha anche ricordato che il Garante per la privacy giustifica l’uso di questi strumenti “solo per ragioni di ordine pubblico, igiene, sanità pubblica o per l’arrivo di calamità naturali”.
“Passi la settimana papale, che poteva oggettivamente dare problemi di ordine pubblico – scrivono i giurati di BBA 2005 – questo significa forse che le elezioni sono da considerare una calamità naturale?”. La giuria ha quindi ritenuto che questa azione meriti il premio “sia perché rivela leggerezza e paternalismo” sia perché, vista la diffusione del messaggino “moltiplicato per 40 milioni” l’SMS “ha creato un disturbo senza precedenti a tutti gli italiani”.

Il singolare Premio “Minaccia da una vita” è stato assegnato a Giuseppe Fortunato , scelto quale nuovo membro dell’Autorità garante per la privacy, perché, spiegano quelli di BBA 2005, “è uno dei pochi italiani condannato con sentenza definitiva (Cassazione) per gravi reati contro la privacy (Cassazione penale, sez. VI, sent. n. 9331 del 8 marzo 2002) per essersi fatto consegnare ed aver abusato di tabulati telefonici a fini personali”. “Il premio – spiegano – è motivato per l’assoluto silenzio che l’avv. Fortunato ha mantenuto sulla questione e per le mancate dimissioni (sempre rarissime peraltro nel nostro paese)”.

Laziomatica si è invece aggiudicata il Premio “Peggiore azienda privata” per l’ormai celebre questione giudiziaria legata all’utilizzo dei dati dei computer del Comune di Roma in occasione delle ultime elezioni regionali.

Quale “Peggiore ente pubblico” si è arrivati ad un ex-aequo tra MIUR e ministero dell’Interno .
Per quest’ultimo la motivazione risiede nell’iniziativa della Carta di identità elettronica : “I cittadini che richiedono la CIE sono obbligati a farsi rilevare l’impronta digitale e vengono schedati presso il ministero dell’Interno, il tutto in totale disprezzo di norme chiarissime che stabiliscono il contrario”. In particolare iL DM 19 luglio 2000 stabilisce che “solo a richiesta dell’interessato è possibile installare l’impronta digitale nella CIE”.
Per il MIUR, invece, sotto accusa il fatto che “tramite l’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) il MIUR fa raccogliere e trattare dati sensibili ad aziende sconosciute e non autorizzate al trattamento”. Inoltre “i test di valutazione cui l’INVALSI sottopone gli alunni di II e IV elementare e I media per conto del MIUR prevedono una raccolta dati che implica una individuazione univoca dell’alunno (minore) piuttosto singolare ed apparentemente non motivata secondo gli scopi che il test si prefigge”. “Praticamente – continua la motivazione del premio – con un sistema di codifica a barre si identifica l’entità scuola + classe + sezione + alunno”.

E’ invece Microsoft ad aver trionfato per il premio “Tecnologia più invasiva” per quella che viene definita “scarsissima attenzione alla privacy” e, in particolare: la gestione della cache, il licensing di XP, l’implementazione delle tecnologie DRM su Windows Media Player. “I prodotti Microsoft – sostiene BBA 2005 – malgrado ripetute affermazioni del contrario, trascurano la riservatezza dei dati dei loro utenti”.

Dall’altra parte della barricata, quella dei difensori della privacy , per lo speciale premio “Emmanuel Goldstein” è stato nominato dalla giuria vincitore in modo pressoché unanime il professor Stefano Rodotà , fino a poche settimane fa presidente dell’Autorità garante dei dati personali.

“Stefano Rodotà – scrivono i giurati – è stato, più che il presidente dell’Autorità Garante della Privacy, la sua incarnazione. L’unanimità della nomina è un riconoscimento oltre all’azione svolta, all’assoluta autonomia ed integrità della persona. Nel rinnovare i nostri complimenti e ringraziamenti, auspichiamo che il suo successore ne porti avanti le attività”.

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Pubblicato il 30 mag 2005
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