Murdoch, il Web non costa poi molto

Murdoch, il Web non costa poi molto

Prima non credeva nella Rete, adesso investe milioni di dollari per acquisire le web company più desiderate: la concentrazione di potere mediatico di News Corp. inizia a farsi sentire anche online
Prima non credeva nella Rete, adesso investe milioni di dollari per acquisire le web company più desiderate: la concentrazione di potere mediatico di News Corp. inizia a farsi sentire anche online


Londra – Rupert Murdoch potrebbe essere considerato il protagonista indiscusso della scena finanziaria online del 2005. Le sue operazioni, forse, fanno meno clamore di un singolo aggiornamento di Windows, ma con un occhio critico possono realmente aiutare a prevedere quale sarà il destino del profilo commerciale di quel grande contenitore chiamato Web. Nelle ultime ore Murdoch ha annunciato un nuovo acquisto che aggiunge spessore alla galassia in continua espansione delle sue attività Internet.

Pochi anni fa “lo squalo” – così è chiamato nell’ambiente – aveva dichiarato che il Web disponeva di un modello economico perdente, e quindi non degno di interesse. La scorsa primavera ecco una totale inversione di rotta , con l’ammissione di errore e negli occhi lo sguardo famelico che guarda al di là dei confini dei bilanci. Già, perché da febbraio gli investimenti nel settore online, da parte di News Corp. , hanno superato il mezzo miliardo di dollari ; un’inezia se confrontati con gli ulteriori 2 miliardi di dollari già stanziati per le prossime acquisizioni.

Dopo Intermix Media, proprietaria di Myspace.com, Scout Media, sito sportivo specializzato, Realestate.com.au, intermediario immobiliare online e a breve Blinx, motore di ricerca per video, il tycoon australiano non sembra essere ancora sazio . E dire che il colpo dell’anno l’ha già centrato, e stranamente è passato in sordina: che dire di quei 650 milioni di dollari per IGN.com , uno fra i più famosi network di videogiochi ? Un pacchetto che comprende anche GameSpy, GameSpy Arena, FilePlanet, TeamXbox, 3D Gamers, Direct2Drive, GameStats.com, Planet e Vault; in pratica l’ Informazione del mondo dell’intrattenimento videoludico e alcune fra le più frequentate piattaforme per il multi-player gaming.

Una “trappola” per milioni di consumatori. Uno strumento che permetterà a News Corp. di raggiungere negli Stati Uniti un numero di unique user vicino ai 70 milioni, con oltre 12 miliardi di page view al mese . Senza contare i visitatori stranieri, che ovviamente considerano IGN e la sua famiglia le testate di riferimento.

Cinema, videogiochi, informazione e pubblicità. Un dominio mediatico incontrastato che difficilmente incappa nelle maglie dell’antitrust perché i movimenti sono sovranazionali. La concentrazione, infatti, è evidente solo andando oltre i confini dei singoli paesi. E’ chiaro che il Web sposta ulteriormente le frontiere: la legislazione, come al solito, è un passo indietro rispetto all’intraprendenza. I link all’interno di un unico grande network possono essere considerati nuove finestre sulla concentrazione dei poteri?

Dario d’Elia

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Pubblicato il
12 set 2005
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