Venice (USA) – Cosa si nasconde dietro i dispositivi utilizzati per incastrare i guidatori che hanno alzato il gomito? Solo un approccio open source agli strumenti di controllo utilizzati dalle forze di polizia può comprovarne la valenza giuridica: questo è quanto sostiene un gruppo di cittadini della Florida, beccati al volante sotto l’influenza di alcolici.
Il funzionamento dell’alcool test utilizzato in Florida, nonostante apposite leggi locali in nome della totale trasparenza tecnologica , è avvolto dal mistero e dal segreto industriale. Il gruppo di bevitori indignati, guidati da un arguto avvocato, esige quindi che l’azienda produttrice degli etilometri Intoxilyzer, CMI , rilasci tutti i codici sorgenti utilizzati dall’apparecchio.
L’obiettivo è ottenere abbastanza dettagli da poter ricorrere in appello alle decisioni dei giudici: “Questi aggeggi hanno la tecnologia di un processore degli anni ottanta e non sappiamo niente sul loro vero funzionamento”, sostiene il legale Robert Harrison, che si domanda “come mai, nonostante le leggi della Florida, la CMI nasconda tuttora le vere specifiche di questo strumento”.
La conclusione di Harrison è che “forse non sono così precisi come vogliono far credere”. Il giudice della contea di Sarasota, in Florida, ha immediatamente bloccato ben 150 processi in corso per guida in stato d’ebbrezza, in attesa di maggiori chiarimenti sui segreti dell’Intoxilyzer.
“L’unica cosa che sappiamo è che la macchina si basa sullo stesso processore utilizzato per gli obsoleti computer di venti anni fa”, conclude Harrison in un intervento sulla stampa locale. L’azienda dell’etilometro si difende erigendo la barriera del segreto industriale attorno al prezioso strumento, attualmente utilizzato in 20 giurisdizioni degli USA, in Canada ed in Norvegia. L’apparecchio viene venduto anche in Italia.
Tommaso Lombardi