Svezia, prima condanna per file sharing

Svezia, prima condanna per file sharing

Un tribunale svedese ha ritenuto colpevole di pirateria un utente che aveva posto in condivisione un film via BitTorrent. Identica condanna anche ad Hong Kong
Un tribunale svedese ha ritenuto colpevole di pirateria un utente che aveva posto in condivisione un film via BitTorrent. Identica condanna anche ad Hong Kong


Roma – Non era ancora mai accaduto in Svezia: un utente internet è stato prima denunciato e poi condannato per pirateria informatica a causa delle attività condotte con il sistema di condivisione del download BitTorrent . Una condanna giunta proprio nelle stesse ore in cui un altro utente, questa volta cinese di Hong Kong, veniva condannato per le stesse ragioni.

Stando al tribunale di Stoccolma che ha giudicato il caso, il 28enne Andreas Bawer ha violato la normativa svedese sul diritto d’autore in quanto ha posto in condivisione un film svedese, consentendo ad altri, il cui numero rimane ignoto, di scaricarlo a propria volta.

La condanna consiste in una multa di circa 1.600 euro, ma più del denaro a contare in queste ore, almeno secondo l’industria dei contenuti che ha denunciato Bawer e seguito da vicino il caso , è l’effetto e il messaggio che la sentenza può portare nella “comunità” degli utenti di sistemi di sharing . Il legale di Bawer ha criticato l’entità della multa spiegando che si è trattato di un solo film e che il caso era basato su una sola violazione: “Alla luce di questo si tratta di una sentenza molto pesante”. L’avvocato si è anche chiesto cosa accadrà quando ad essere giudicati saranno utenti che condividono decine o centinaia di file protetti dal diritto d’autore.

Una sentenza che vuole lasciare il segno? Secondo l’associazione antipirateria dei produttori Antipiratbyran oggi almeno il 10 per cento degli utenti svedesi utilizzano internet per condividere materiali protetti da diritto d’autore. L’Associazione, ha sottolineato un portavoce, considera la sentenza “un importante passo in avanti che manda un segnale molto forte ai condivisori di file. Questo è il primo passo per rendere attuativa la legge sul diritto d’autore”. Va detto che fin qui non ci sono dati che supportino la tesi secondo cui ad una maggiore repressione legale corrisponda un calo nell’uso dei sistemi peer-to-peer, ci sono invece evidenze che quest’ultimo continui comunque a crescere.

E’ interessante notare che proprio in queste ore anche ad Hong Kong un tribunale abbia scelto di condannare un uomo per l’uso di Bittorrent: anche il caso di Chan Nai-Ming, prima arrestato e poi rilasciato su cauzione, è legato alla condivisione di film, tre film di Hollywood per la precisione. Soltanto nelle prossime settimane si saprà in che modo i magistrati che lo hanno giudicato intendono punire Chan per le proprie azioni ma le associazioni dei produttori già applaudono, sostenendo che in questo modo “si spaventano gli utenti e si dissuadono dal distribuire in modo non autorizzato file su internet”.

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Pubblicato il
26 ott 2005
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