EFF: inutile la crociata antiP2P

EFF: inutile la crociata antiP2P

Un nuovo rapporto dell'associazione per le libertà digitali dimostra che la raffica di denunce delle major contro gli appassionati di musica non ha provocato alcuno scossone nella crescita dei sistemi di file sharing
Un nuovo rapporto dell'associazione per le libertà digitali dimostra che la raffica di denunce delle major contro gli appassionati di musica non ha provocato alcuno scossone nella crescita dei sistemi di file sharing


New York (USA) – Il dato potrebbe ormai sembrare persino ovvio ai più smaliziati osservatori del settore, ma Electronic Frontier Foundation (EFF) ha ancora una volta deciso di raccogliere ed analizzare numeri per dare un quadro piuttosto preciso sull’andamento del peer-to-peer rispetto alla crociata antipirateria condotta dalle major negli Stati Uniti, dove è nata, prima di estendersi a tutto il Mondo.

Il nuovo rapporto della EFF, denominato emblematicamente “RIAA contro il popolo: due anni dopo” (disponibile qui in pdf), si lega ad una serie di altri rapporti sviluppati dalla celebre associazioni per le libertà digitali che nel loro insieme affermano alcuni principi fondamentali: la maggior parte degli appassionati denunciati per il download o la condivisione di file musicali su Internet non può permettersi i processi. Da qui nasce l’accettazione di compromessi extragiudiziali.

“Delle milioni di persone che ogni giorno scaricano musica dal P2P – ha spiegato Fred von Lohmann, uno dei legali di punta della EFF – RIAA ne sceglie arbitrariamente alcune centinaia da denunciare ogni mese. Molte di queste famiglie si trovano in difficoltà finanziarie. Ma, nonostante la pubblicità data a questi casi, gli studi dimostrano che l’uso del P2P cresce invece di diminuire”.

Il riferimento di von Lohmann è evidentemente alle più autorevoli analisi condotte sul fenomeno, che rappresentano una situazione inequivocabile: il P2P continua a crescere. E la consapevolezza che le crociate non bastano come deterrente sta facendosi largo anche all’interno dell’industria . Qualcuno tra i rappresentanti delle major ha infatti iniziato ad ammettere che il traffico di materiale protetto da diritto d’autore non fa che aumentare.

Da qui, evidentemente, i punti interrogativi di EFF sul senso ultimo del continuare a denunciare poche centinaia di persone tra cui il caso, citato nel rapporto dell’associazione, di una madre a cui sono stati chiesti 500mila dollari di danni per i download della figlia. “Dopo due anni di denunce – conclude von Lohmann – c’è una sola conclusione da tirare: denunciare gli appassionati di musica non è la risposta al dilemma P2P”.

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Pubblicato il 4 nov 2005
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