Servizi a sovrapprezzo, ecco il decreto

Servizi a sovrapprezzo, ecco il decreto

Fissato a 12,50 euro + iva il prezzo massimo di una chiamata ma non passa l'opt-in per i servizi aggiuntivi. Consumatori soddisfatti a metà. Tutti i dettagli
Fissato a 12,50 euro + iva il prezzo massimo di una chiamata ma non passa l'opt-in per i servizi aggiuntivi. Consumatori soddisfatti a metà. Tutti i dettagli


Roma – Promessa mantenuta: Il Ministero delle Comunicazioni ha illustrato ieri i contenuti di un decreto ministeriale che regolamenta i “servizi a sovrapprezzo”, offerti tramite rete fissa, mobile, internet e televisione digitale .

“L’obiettivo di questo decreto, che è stato inviato giovedì alle commissioni trasporto di Camera e Senato – ha spiegato il ministro azzurro – è quello di tutelare l’utente finale disciplinando i servizi la cui erogazione si addebita direttamente in bolletta o sulla scheda prepagata, esclusi il commercio elettronico e il servizio 12”.

Tra le varie prestazioni a sovrapprezzo, l’importo massimo di 12,50 euro riguarda servizi di intrattenimento , come cartomanzia, maghi e pronostici, ma anche quelli di assistenza e consulenza tecnico-professionale . Nei casi in cui l’addebito debba superare il tetto massimo, è previsto che la fatturazione venga effettuata direttamente dal Centro servizi e pertanto non risulterà in bolletta.

1 euro (più Iva), invece, è il costo massimo stabilito per le cosiddette “chiamate di massa”, come il televoto. Per la vendita di prodotti e servizi effettuata attraverso “la rete di comunicazione elettronica” (ad esempio loghi e suonerie), il decreto stabilisce regole di informazione, introducendo il consenso espresso : un messaggio informativo gratuito dovrà illustrare la tipologia del servizio fornito. “L’accettazione di un servizio a sovrapprezzo – ha rimarcato il ministro – è ammessa solo con il consenso espresso dell’interessato. Ed è questa la novità, nel senso che per l’accettazione espressa ci deve essere un’attività da parte dell’utente finale”.

Il provvedimento viene accolto con sollievo da utenti e consumatori, soprattutto da coloro che sono caduti inconsapevolmente vittime di servizi “ad altissimo valore aggiunto” legati a SMS, suonerie e dialer .

“Finalmente il Ministero delle comunicazioni ha preso atto dell’insostenibile situazione relativa ai servizi in sovrapprezzo – riferisce in una nota il Movimento Difesa del Cittadino – negli ultimi due anni centinaia di migliaia di utenti hanno dovuto pagare bollette salatissime per servizi attivati inconsapevolmente dai minori o per dialer auto-installanti”. “Con questa regolamentazione ? spiega Antonio Longo, Presidente MDC – il Ministero pone un argine a queste vere truffe e appropriazioni indebite”.

Il parere positivo dell’associazione si accompagna però ad una critica: il nuovo provvedimento presentato ieri dal Ministro delle comunicazioni viene infatti ritenuto tardivo e insufficiente . “Ancora una volta ? afferma Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento TLC di MDC ? si è persa l’occasione di stabilire l’elementare principio secondo cui tutti i servizi a sovrapprezzo devono essere disabilitati in partenza e resi utilizzabili solo dagli utenti che ne facciano espressa richiesta” (opt-in, ndr).

Le critiche non si fermano qui: anche i tetti massimi di fatturazione, fissati dal regolamento ministeriale, non rappresentano una soluzione. Secondo MDC, di fatto, “autorizzano gli operatori e le tante piccole società che si sono lanciate nella giungla dei servizi di telefonia, a prelevare 2,75 euro a milioni di minori che utilizzano quotidianamente il cellulare”. Dalle stime dell’associazione emerge infatti che il 56,8% dei reclami relativi a “bollette sballate” è legato al settore della telefonia : lo scorso anno, su 39.696 reclami ricevuti dagli utenti, 22.532 riguardavano il settore della telefonia. “Nel 2003, ma la stessa sorte è toccata al 2005 – riporta una nota dell’associazione – ben 300mila famiglie italiane sono rimaste vittima di programmi pirata denominati dialer che inseritisi abusivamente sul pc collegato ad internet inviavano la chiamata verso un numero a pagamento. Per qualche ora in internet, così, le bollette a volte hanno raggiunto anche i 2.500 euro”.

“E io pago!”, diceva Totò.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
15 feb 2006
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