Cuba, difende Internet con il digiuno

Cuba, difende Internet con il digiuno

Guillermo Farinas, dissidente del regime cubano, rischia la vita per un'Internet più libera. Da 37 giorni in sciopero della fame, rifiuta le cure mediche. L'Avana risponde: colpa degli americani
Guillermo Farinas, dissidente del regime cubano, rischia la vita per un'Internet più libera. Da 37 giorni in sciopero della fame, rifiuta le cure mediche. L'Avana risponde: colpa degli americani


L’Avana – Guillermo Farinas, psicologo di 41 anni, è in sciopero della fame da trentasette giorni e sta rischiando la vita per gridare al mondo che l’Internet cubana no es libre . Il regime comunista, esattamente come avviene in Corea del Nord ed in Vietnam, permette l’accesso ai soli siti web nazionali ed incarcera chiunque utilizzi Internet per criticare il governo.

“Una situazione drammatica”, ha dichiarato alle agenzie stampa il giornalista dissidente Niurbis Diaz, amico di Guillermo Farinas. “Guillermo sta sempre più male”, confida Diaz, “è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva ma rifiuterà le cure mediche fino a quando il governo non gli permetterà di accedere senza problemi ad Internet”.

Lo stato non controlla soltanto stampa, radio e televisione, ma anche i mezzi di comunicazione digitali. “Cuba filtra ogni connessione alla Rete”, si legge in un rapporto stilato dal Dipartimento di Stato Americano , “e non dà modo agli utenti d’inviare allegati testuali via posta elettronica”. Michael Parmly, ambasciatore degli Stati Uniti a l’Avana, equipara la situazione cubana a quella della “Germania nazista”.

Fidel Castro si difende dalle accuse: “Controlliamo Internet solo per colpa dell’embargo degli Stati Uniti”. In base alle sanzioni in vigore contro l’isola, Cuba dispone di connettività limitata e di pochissime infrastrutture di telecomunicazione ad alta velocità. “Siamo costretti a centellinare la banda e dobbiamo risparmiare sulle connessioni”, fanno sapere i portavoce del governo, “ed è per questo controlliamo e filtriamo gli accessi, in modo da offrire un servizio d’informazione corretto, creativo e contrario all’imperialismo globale”.

“Con 11 milioni di abitanti ed oltre mezzo milione di utenti Internet”, sostengono le autorità in un lancio dell’agenzia Prensa Latina , “Cuba diffonde il messaggio rivoluzionario su Internet e difende i popoli oppressi dall’imperialismo capitalista”.

I cittadini cubani residenti all’estero non sembrano essere d’accordo con questa versione dei fatti. Alcune testimonianze raccolte da associazioni come Human Rights Watch parlano di una Rete “limitata ai soli contenuti autorizzati dallo stato”. Temi scottanti come la diffusione dell’HIV o le condizioni d’estrema povertà della popolazione cubana non trovano assolutamente spazio tra le pagine web gestite dal governo.

Negli ultimi mesi l’amministrazione castrista, al potere sin dalla rivoluzione del 1959, ha iniziato a perseguitare i dissidenti con un’aggressività senza precedenti. Gli attriti sociali sono alle stelle. Dall’inizio del 2006 ad oggi, le forze dell’ordine cubane hanno arrestato 333 cittadini, spesso accusati d’essere spie al soldo degli Stati Uniti.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
10 mar 2006
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