Il Pentagono fa ribollire Kapor

Il Pentagono fa ribollire Kapor

Il co-fondatore della EFF, co-fondatore di Lotus, uno dei visionari del mondo digitale, uno dei capi di Groove Networks ora se ne va perché l'azienda vende tecnologie alla DARPA per il Total Information Awareness
Il co-fondatore della EFF, co-fondatore di Lotus, uno dei visionari del mondo digitale, uno dei capi di Groove Networks ora se ne va perché l'azienda vende tecnologie alla DARPA per il Total Information Awareness


Roma – Non ci sta Mitch Kapor, una delle più brillanti menti della tecnologia contemporanea, e lascia il Consiglio di Amministrazione di Groove Networks, azienda che ora vende le proprie tecnologie anche all’agenzia del Pentagono che si sta occupando del più criticato e pericoloso dei progetti di spionaggio e monitoraggio delle comunicazioni, il Total Information Awareness (TIA) .

Kapor , che rimane per il momento azionista della Groove, non ha voluto spiegare nel dettaglio il motivo delle sue dimissioni ma è apparso a tutti gli osservatori immediatamente ovvio che uno dei fondatori della Electronic Frontier Foundation, impegnato sul fronte del libero sviluppo e dell’open source, difficilmente possa continuare a guidare un’azienda che tra i suoi clienti ha la DARPA , l’agenzia della Difesa americana che, tra le altre cose, sta realizzando il TIA.

Groove Networks , azienda nata per realizzare sistemi di collaborazione peer-to-peer in ambito aziendale e, ora, militare, ha confermato le dimissioni di Kapor sostenendo che sono dovute alla sua volontà di dedicarsi “al 100 per cento alle attività non profit”. Va detto che proprio nei giorni scorsi Groove Networks aveva ottenuto ulteriori finanziamenti di venture capital per 38 milioni di dollari provenienti da una serie di importanti investitori, tra cui Intel e Microsoft. Tra questi, inoltre, lo stesso Kapor.

Rimane però il fatto che, nell’ambito del dibattito sul TIA che ha portato il Congresso USA a stabilire che il sistemone di monitoraggio non potrà occuparsi dei cittadini americani senza una autorizzazione preventiva del Congresso stesso, Kapor medesimo aveva espresso ampie perplessità sul progetto.

“Credo profondamente – aveva dichiarato in quei giorni – nelle libertà civili e con altri difensori delle libertà civili sono sostanzialmente preoccupato per il potenziale danno alla nostra libertà derivante dal progetto TIA”. Ma cos’è il TIA? Di seguito una breve analisi.


Il Total Information Awareness Office nasce allo scopo di realizzare compiutamente un’idea nata sotto l’amministrazione di Ronald Reagan. L’idea di far confluire in un unico database da mettere a disposizione dell’intelligence e delle forze dell’ordine tutte le possibili informazioni sui cittadini statunitensi, indipendentemente dal genere e dalla fonte dell’informazione stessa. Il tutto allo scopo dichiarato di prevenire il terrorismo e garantire la sicurezza nazionale.

In una candida descrizione del “senso” dell’Information Awareness Office, DARPA parla della cosa in questi termini: realizzazione di tecnologie d’avanguardia capaci di rispondere a minacce asimmetriche ottenendo una consapevolezza totale dell’informazione utile per prevedere, segnalare problemi di sicurezza nazionale e formulare decisioni in merito.

“La chiave nel combattere il terrorismo – spiega DARPA – è l’informazione. Elementi di questa soluzione comprendno la raccolta di una quantità di dati molto più elevata di quanto accade oggi, scoprire informazioni dagli elementi di questi dati, creare modelli di ipotesi e analizzare questi modelli in un ambiente collaborativo (vedi Groove, ndr) per determinare il più probabile scenario presente o futuro”. E i settori di sviluppo tecnologico indicati da DARPA per il TIA sono impressionanti: si va da reti di individuazione dei comportamenti ad ogni genere di impronta biometrica, dalla condivisione delle informazioni tra agenzie a formule di interpretazione informatica della cognizione e del ragionare umano…

Per ottenere nuovi fondi, però, l’Office messo in piedi dal discusso ammiraglio John Poindexter, consigliere per la sicurezza nazionale di Reagan, ha ancora poche settimane per presentare al Congresso un rapporto nel quale dovrà convincere i parlamentari americani che il progetto non rappresenta un’aggressione alle libertà civili dei cittadini.

Il Congresso ha infatti specificato che in assenza di prove convincenti non solo sul significato e la portata del progetto ma anche sul suo impatto per i cittadini non potranno essere garantiti nuovi fondi e sostegni allo sviluppo del sistema. Se un rapporto non verrà presentato nei tempi stabiliti, inoltre, ogni ulteriore sviluppo dovrà comunque essere sospeso.

Di sicuro interesse, per saperne di più sul TIA, è il documento (in.pdf) che DARPA mette a disposizione con le FAQ del progetto. Un documento che tenta di allontanare le numerose e ampie preoccupazioni espresse in merito al TIA…

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Pubblicato il
13 mar 2003
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