Blue Gene si supera (ancora)

Blue Gene si supera (ancora)

Il mostro di calcolo di IBM torna a stabilire un nuovo primato nel supercomputing fermando la lancetta delle perfomance a poche tacche dai 300 teraflops. Solo poco tempo fa appariva un traguardo lontano
Il mostro di calcolo di IBM torna a stabilire un nuovo primato nel supercomputing fermando la lancetta delle perfomance a poche tacche dai 300 teraflops. Solo poco tempo fa appariva un traguardo lontano


Armonk (USA) – “Non ce n’è più per nessuno”. Questo devono aver pensato i dirigenti di IBM quando, lo scorso fine settimana, hanno annunciato al Mondo il nuovo e impressionante record di calcolo raggiunto dal loro supercomputer Blue Gene/L: 280,6 trilioni di calcoli in virgola mobile al secondo (teraflops). Una performance che, raddoppiando il primato precedente, rende il distacco tra Blue Gene e gli avversari ormai imbarazzante: basti pensare che il rivale più diretto, il Columbia di SGI , non supera i 52 teraflops.

Il nuovo monster di calcolo dal gene blu è stato assemblato dagli ingegneri di IBM presso il Lawrence Livermore National Laboratory ( LLNL ), un importante centro di ricerca governativo americano che utilizza Blue Gene/L in congiunzione con il cugino ASC Purple per simulare l’esplosione di ordigni nucleari e testare l’affidabilità dell’armamento atomico degli USA. La potenza di calcolo combinata dei due supercomputer IBM è di circa 400 teraflops, ossia quasi mezzo petaflops: Big Blue potrebbe così essere la prima, nei prossimi due anni, ad abbattere anche la barriera del petaflops.

Per dare ai profani un’idea della potenza di calcolo del suo nuovo supercomputer, IBM ha spiegato che se tutti gli abitanti del pianeta possedessero un computer palmare, e la loro potenza venisse aggregata, ci vorrebbero comunque decenni per eseguire il numero di calcoli che Blue Gene compie in un solo secondo.

Il nuovo Blue Gene/L da 280 teraflops si candida a conquistare la prima posizione nella classifica Top500 dei supercomputer più veloci al mondo, classifica che vede già al vertice due sistemi Blue Gene.

La forsennata corsa di IBM nello spingere le performance dei propri supercomputer non è solo un modo per accrescere il proprio prestigio o per assicurarsi ricche commesse governative: Big Blue è infatti alla costante ricerca di soluzioni che le permettano di utilizzare le proprie tecnologie di supercomputing anche in ambito commerciale. Le ultime quattro applicazioni commerciali della tecnologia Blue Gene sono state annunciate proprio negli scorsi giorni, e consistono in una soluzione per l’ottimizzazione della supply chain, un servizio di computing on-demand per il rendering 3D, una suite di strumenti per la ricerca farmacologica e biologica e un ambiente CAE (computer-aided engineering) per le simulazioni.

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Pubblicato il 2 nov 2005
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