Washington vuole il database di PayPal

Washington vuole il database di PayPal

Il noto servizio per le transazioni elettroniche è nel mirino dell'IRS, l'agenzia delle entrate statunitense. Il governo vuole i database di PayPal per dare la caccia agli evasori
Il noto servizio per le transazioni elettroniche è nel mirino dell'IRS, l'agenzia delle entrate statunitense. Il governo vuole i database di PayPal per dare la caccia agli evasori


Washington (USA) – L’ IRS , l’agenzia delle entrate del governo federale statunitense, vuole mettere le mani sul database di PayPal , l’azienda controllata da eBay che fornisce servizi di pagamento elettronico su scala planetaria. “Vogliamo essere in grado di controllare i borselli elettronici dei contribuenti americani”, fanno sapere gli investigatori dell’IRS ed i portavoce del Dipartimento di Giustizia .

Le indagini dell’IRS riguardo agli account PayPal, stando alle fonti ufficiali, sono ormai in corso sin dal 1999, data della prima ingiunzione emessa da un tribunale federale californiano per richiedere l’accesso ai dettagli su certi utenti della celebre piattaforma di pagamento. In un lancio AFP , la responsabile di PayPal, Amanda Pires, fa sapere che l’azienda non è ancora in grado di prendere una decisione perché “la privacy dei nostri utenti e le loro informazioni personali ci stanno molto a cuore”.

Attraverso il database di PayPal, gli agenti della IRS vorrebbero ricostruire un copioso giro internazionale di denaro che si sposta ininterrottamente su Internet dagli USA verso altri “lidi” (Isola di Man, Singapore, Lussemburgo, Svizzera) per poi tornare in America attraverso gli account elettronici.

Questo metodo permette a molti contribuenti di “evadere il pagamento delle tasse grazie al supporto fondamentale dei mezzi di pagamento elettronico”, dicono i portavoce del Dipartimento di Giustizia: “Avere accesso agli archivi di PayPal ci può dare modo di sapere molti dettagli su questo fenomeno”. Gli alfieri della privacy tremano, nonostante gli uffici della IRS facciano sapere che “verranno richiesti soltanto i dati personali abbinati ai nominativi nella lista degli indagati”.

PayPal non è la prima compagnia di e-banking soggetta alle richieste della IRS: in passato, anche Visa e Mastercard sono state chiamate in causa nel corso di accertamenti fiscali su larga scala. In quel caso, le due grandi aziende, centralissime nel panorama del commercio elettronico, non esitarono a fornire tutti i dati richiesti dal governo americano.

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Pubblicato il
14 apr 2006
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