Silicon Valley sogna il computer senza bug

Silicon Valley sogna il computer senza bug

I computer sono tutto fuorché affidabili. A riconoscerlo sono gli stessi produttori di hardware e software che hanno deciso di formare un consorzio che possa portare, un giorno, al Computer Perfetto. Un sogno?
I computer sono tutto fuorché affidabili. A riconoscerlo sono gli stessi produttori di hardware e software che hanno deciso di formare un consorzio che possa portare, un giorno, al Computer Perfetto. Un sogno?


Silicon Valley (USA) – L’inaffidabilità dei computer di oggi è un problema che l’industria del settore sembra finalmente voler affrontare con un’iniziativa che parte, e non poteva essere altrimenti, dal cuore hi-tech dell’Occidente: Silicon Valley.

Qui alcuni grossi nomi del settore, come IBM e HP, insieme alla Carnegie Mellon University e alla National Aeronautics and Space Administration, hanno voluto dar vita ad un consorzio che persegua come obiettivo principe il raggiungimento dell'”alta affidabilità del computing”, alla ricerca del sistema informatico senza difetti.

“Più i computer divengono strumenti di tutti i giorni, meno la gente è disposta a tollerare sistemi non affidabili”, ha dichiarato James Morris, uno degli organizzatori del progetto all’interno della Carnegie Mellon University.

Ma caratteristiche come “affidabilità” e “sicurezza” possono sposarsi con i ritmi di produzione ed il modello commerciale delle aziende del settore? I membri del consorzio sono convinti che, con le giuste risorse, questo connubio non sarà più un’utopia, a patto che l’industria del settore proceda unita verso soluzioni e standard che possano portare al taglio dei costi di sviluppo di software di alta qualità.

Ma quale modello per lo sviluppo di software? I sostenitori dell’open source sostengono che non c’è bisogno di guardare troppo lontano: il software free sarebbe già di gran lunga migliore di quello commerciale.

Secondo un’indagine della Carnegie Mellon nel software sarebbero contenuti, in media, dai 6 ai 30 errori per linea di codice, un primato negativo che l’hardware è ben lungi dall’avvicinare.

Non è un caso che il consorzio abbia avuto il patrocinio della NASA, un’organizzazione che da anni è alla ricerca di sistemi error-free. E del resto se il sistema operativo di una sonda spaziale lanciata nello spazio profondo morisse tingendosi di blu, sarebbe alquanto improbabile un intervento in loco con dischetto di boot e ultimo service pack.

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Pubblicato il
5 dic 2000
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