Rodotà: una Costituzione per Internet

Rodotà: una Costituzione per Internet

Il Garante per la privacy non ha dubbi. L'unico modo per presevare le libertà civili e digitali è dare ad Internet una Costituzione. Intanto il suo ufficio inchioda alcuni incalliti spammer italiani: congelati i database
Il Garante per la privacy non ha dubbi. L'unico modo per presevare le libertà civili e digitali è dare ad Internet una Costituzione. Intanto il suo ufficio inchioda alcuni incalliti spammer italiani: congelati i database


Roma – Internet continua ad espandersi e diversificarsi ma “questo universo in continua espansione può rimanere senza alcuna regola, affidato soltanto alla spontanea correttezza dei suoi utilizzatori, ad una incerta netiquette?”. A chiederselo è il Garante per la privacy Stefano Rodotà in una intervista pubblicata da Tiscali. Secondo Rodotà “solo regole comuni ai diversi stati (europei, ndr.) possono garantire a tutti l’uso libero di Internet”.

L’idea di Rodotà, che è anche presidente dei Garanti europei, è che Internet “mette il mondo in rete e meglio di ogni altro strumento incarna la globalizzazione ma non puo’ restare senza alcuna regola”. “Proprio per mantenere ad Internet la sua natura di spazio libero – ha spiegato Rodotà – è indispensabile fissare alcuni principi costituzionali che, ad esempio, impediscano di considerare Internet come una gigantesca miniera a cielo aperto, dalla quale estrarre dati personali utilizzati anche contro l’interesse delle persone alle quali si riferiscono”.

Una Costituzione europea? Secondo Rodotà è ora di lanciare una Convenzione internazionale a partire dall’Unione Europea, “il soggetto che meglio potrebbe lanciare l’idea della Convenzione”. “L’Italia – ha continuato Rodotà – durante il suo prossimo semestre di presidenza, potrebbe essere motore di questa iniziativa, sottolineando che il diritto comune di Internet non è un vincolo alla libertà in rete, ma la condizione per la sua espansione”.

Sempre Rodotà, ma stavolta intervenendo a Siviglia ad un incontro internazionale dei Garanti, ha spiegato che nell’era della globalizzazione e di Internet è necessario che si dia vita ad un “contratto tra la UE e le aziende multinazionali, soprattutto americane”, perché i cittadini europei rischiano di vedersi esportati i dati personali, con la possibilità che si credino database di dati “off-shore” e incontrollabili.

Ma, al di là delle dichiarazioni rilasciate da Rodotà, l’Ufficio del Garante nelle scorse ore ha avuto il suo bel daffare in una delle più importanti operazioni antispam fin qui compiute da questa autorità. Ecco i dettagli.


Sono sette le società italiane coinvolte da un provvedimento inedito del Garante per la privacy contro le attività di spam. Si tratta di aziende che sono accusate di aver inviato posta elettronica non richiesta ad una parte degli indirizzi email che sono contenuti nei loro database.

A quanto pare il Garante ha accertato che queste email, dal contenuto promozionale e pubblicitario, non solo sono state trasmesse senza il consenso degli intestatari degli indirizzi di posta elettronica ma le società non hanno saputo fornire a chi ha protestato le necessarie indicazioni sulla raccolta degli indirizzi stessi. Questo è un elemento centrale nell’accettazione del ricorso presentato da alcuni utenti al Garante, che ha quindi deciso di attivarsi sanzionando le aziende con un “blocco”.

Questo provvedimento riguarda i database degli utenti delle aziende coinvolte che vengono così “congelati”. Non potranno dunque essere utilizzati per inviare altre email, una procedura che il Garante ritiene necessaria per impedire che le violazioni nel trattamento dei dati personali possa riguardare un più alto numero di utenti internet.

Nel periodo del blocco, la cui durata sarà decisa dal Garante, l’ufficio di Rodotà lavorerà ad accertare l’esatto svolgimento dei fatti. Qualora una delle sette imprese coinvolta proceda comunque all’utilizzo di quei database i responsabili rischieranno tra i tre mesi e i due anni di reclusione.

Non è ancora chiaro quali sanzioni il Garante vorrà o potrà comminare alle società colpevoli degli abusi. Una informazione naturalmente attesa con interesse dalla sempre più folta comunità antispam.

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Pubblicato il
4 apr 2003
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