Topi telecomandati via computer

Topi telecomandati via computer

I roboratti possono essere utilizzati per individuare vittime sotto le macerie di un terremoto o scoprire la posizione di bombe e mine. Minizombie gestiti via Joystick
I roboratti possono essere utilizzati per individuare vittime sotto le macerie di un terremoto o scoprire la posizione di bombe e mine. Minizombie gestiti via Joystick

New York (USA) – Robotopo non è il nome del personaggio di un cartone animato ma da qualche tempo è invece il cuore di un progetto di ricerca della State University di New York, ricerca che ora sembra essere approdata ad alcuni interessanti risultati che sollevano, peraltro, non poche questioni di natura etica.

Stando alla ricerca pubblicata su “Nature”, attraverso speciali dispositivi di controllo a distanza, un computer può spingere certe specie di ratti a compiere alcune azioni specifiche, come individuare le vittime di un terremoto sotto le macerie o identificare chi è ancora in vita. Oppure per scoprire bombe posizionate in ambienti chiusi e via dicendo.

Le applicazioni di quello che gli scienziati del team del professor Sanjiv Talwar chiamano senza mezzi termini “Ratbot” sembrano dunque di estremo interesse per la protezione civile ma anche per alcune implicazioni militari, come la possibilità di portare all’interno di installazioni nemiche delle microspie o microcam. Tutti “applicativi” la cui realizzazione sembra ormai prossima, stando a quanto apparso su Nature.

Secondo gli scienziati, il sistema consiste nell’impianto di microelettrodi nel cervello del ratto che diventa così anche “robo” e che può essere controllato via radio da un computer portatile. I segnali di controllo possono essere inviati in questa fase da una distanza massima di 500 metri e consentono di far muovere, correre, saltare i ratti persino in spazi aperti, laddove per istinto non si avventurerebbero mai.

Ratbot Sul roboratto viene piazzato uno “zainetto” elettronico che contiene tanto il ricevitore radio quanto la batteria che trasforma i segnali ricevuti in impulsi elettrici per il cervello del roditore telecomandato. Talwar ha spiegato che “i roboratti lavorano per il piacere” perché viene stimolato il centro del piacere per condurli a fare quel che si desidera. “Per loro – ha affermato – è come il nirvana”.

Due degli elettrodi stimolano le aree del cervello che normalmente processano i segnali che arrivano dalle vibrisse dell’animale, in questo modo si può guidare il topo nella direzione desiderata…

Se da una parte l’intero lavoro di Talwar e della sua equipe viene vissuto come un importante approfondimento che potrebbe anche avere conseguenze utili per contrastare gli effetti delle paralisi ed altre patologie sugli uomini, dall’altra solleva naturalmente delle complesse questioni di ordine etico.

Ne dà atto lo stesso Talwar, secondo cui “un dibattito è certamente necessario”, che sottolinea come, quando non sono “al lavoro”, i roboratti tornano ad essere roditori come tutti gli altri…

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Pubblicato il 3 mag 2002
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