Uno studio sul cybersesso

Uno studio sul cybersesso

Lo propone un centro di analisi universitario in Australia, che tira fuori alcuni dati di interesse nell'impatto dell'erotismo in rete sulla vita di relazione
Lo propone un centro di analisi universitario in Australia, che tira fuori alcuni dati di interesse nell'impatto dell'erotismo in rete sulla vita di relazione


Roma – Il sesso elettronico e le relazioni virtuali sono al centro di uno studio condotto per una volta non da un improvvisato team di esperti ma da un noto centro studi di una università, in questo caso australiana, che ha intervistato un campione di 1.117 utenti internet.

Stando ai risultati prodotti dallo studio del College of Social and Health Sciences dell’Università di West Sidney, eventuali attività erotiche condotte via internet dai propri partner assumono una valenza fortemente negativa nella propria relazione per il 56 per cento delle persone mentre i rimanenti non percepiscono alcuna differenza sostanziale tra “tradimenti” reali o elettronici.

Secondo Monica Whitty, docente del College, “molti intervistati considerano gli atti online più gravi di alcuni atti di infedeltà offline. Nella classifica degli atti considerati di infedeltà il cybersesso giunge secondo, più in alto di cose come frequentare uno strip club o visionare della pornografia”.

Nelle donne vi sarebbe, secondo gli autori dello studio, una tendenza a considerare con particolare gravità le “relazioni telematiche” dei propri partner. “Più di un terzo dei partecipanti – spiega Whitty – ha ammesso che il chattare erotico online è un atto che spesso conduce a scambiare nomi, foto e altri dettagli personali”. Tutti elementi che mettono sul chivalà soprattutto le donne.

Un altro elemento di interesse dello studio è nel comportamento delle persone meno giovani online. “Pensavamo – ammette Whitty – che i meno giovani sarebbero semmai stati più inclini a vedere materiali o siti pornografici come forme di violazione della fedeltà rispetto ai più giovani, invece è esattamente il contrario”. Secondo Whitty l’approccio conservatore dei giovani “può essere dovuto al fatto che i giovani hanno meno esperienza con le relazioni sentimentali”.

L’elemento conclusivo dello studio, però, sembra riassumersi nel dato che chattare e flirtare online rischia nella maggioranza dei casi di compromettere una relazione che si ha nel mondo fisico, offline.

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Pubblicato il
4 giu 2002
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