Meno fondi per la banda larga italiana

Meno fondi per la banda larga italiana

Il ministro Stanca per settimane ha parlato di 6,8 miliardi di euro da destinare alla Società dell'Informazione. Ma dal Dpef ammette di non aspettarsene più di 1,9
Il ministro Stanca per settimane ha parlato di 6,8 miliardi di euro da destinare alla Società dell'Informazione. Ma dal Dpef ammette di non aspettarsene più di 1,9


Roma – Sviluppo della banda larga, progetti di informatizzazione della Pubblica Amministrazione, interventi nelle scuole: c’era tutto questo nella lista della spesa con cui il ministro all’Innovazione Lucio Stanca è intervenuto in queste settimane su tutti i media. Una lista da 6,8 miliardi di euro che, però, non saranno concessi dal Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria.

Anzi, Stanca ora mette le mani avanti a poche ore dalla decisione finale del Governo spiegando che il piano “Sviluppo della società dell’Informazione” dovrà alla fine accontentarsi di poco meno di 2 miliardi di euro. Meno di un terzo di quanto sperato.

Al Corriere della Sera, infatti, Stanca ha rivelato: “Non mi aspetto che tutti i 6,8 miliardi siano nel Dpef. Ma sarebbe sbagliato imputare tutto in 3 anni. Il fabbisogno minimo aggiuntivo è di 500 milioni di euro all’anno per l’informatizzazione dell’amministrazione centrale; per le amministrazioni locali, in aggiunta al fondo Umts (250 mln) e ai fondi strutturali comunitari (700 mln), servono complessivamente 500 mln nei prossimi 4 anni. C’è poi la scuola in cui ci vogliono 900 mln di euro per raggiungere la media europea nel rapporto tra studenti e personal computer”.

Ma ad essere sacrificati saranno i fondi per la banda larga, che da sola richiedeva, secondo Stanca, 1,8 miliardi di euro. “Il Dpef – ha spiegato – è il compromesso tra il desiderato e il possibile. L’obiettivo è che, entro il 2005, l’87 per cento degli 85mila edifici della P.A. sia collegato in larga banda. Oggi solo il 20 per cento lo è; ma, se per passare dal 20 al 90 per cento ci mettiamo quattro anni invece che tre, sono pronto a sottoscriverlo”.

Per quanto riguarda le imprese e l’investimento in tecnologia, Stanca ha affermato che sarà previsto un sistema di “incentivi fiscali per accelerare l’ammodernamento tecnologico delle imprese che, contemporaneamente potranno trasferire tecnologia ancora valida al mondo del sociale”.

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Pubblicato il
2 lug 2002
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