VoIP revolution, la firma che mancava

VoIP revolution, la firma che mancava

Tolto ogni velo dalla delibera che regola il VoIP e segna il debutto dei numeri nomadici. Assoprovider: il cambio di numerazione mette in difficoltà gli operatori. Prevista la portabilità del numero
Tolto ogni velo dalla delibera che regola il VoIP e segna il debutto dei numeri nomadici. Assoprovider: il cambio di numerazione mette in difficoltà gli operatori. Prevista la portabilità del numero


Roma – E’ stata apposta venerdì 31 marzo la firma dell’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni sull’ annunciata e attesa delibera che regolamenta i servizi VoIP e le numerazioni nomadiche. Un provvedimento reso necessario dall’evoluzione del settore e che nelle intenzioni apre le porte ad una sempre più marcata convergenza di piattaforme e infrastrutture telefoniche.

Le novità introdotte dalla delibera 11/06/CIR , pubblicata sul sito dell’Authority, fissano alcuni importanti paletti sui servizi VoIP che offrono interoperabilità con la telefonia tradizionale. Che nel caso delle numerazioni VoIP geografiche, o semi-nomadiche, consisteranno nel rispetto tassativo dei confini geografici . Oggi non esiste questo vincolo e chi ha ottenuto da un operatore VoIP una numerazione geografica (legata ad un distretto, ad esempio 010 per Genova, 011 per Torino, 02 per Milano, 06 per Roma, eccetera), la può utilizzare ovunque si trovi, anche in un distretto diverso. Ma dall’entrata in vigore delle nuove regole non sarà più così e una numerazione geografica potrà essere usata solamente entro i confini del distretto di appartenenza.

I numeri nomadici, come dice il nome stesso, non avranno radici territoriali e pertanto non dovranno sottostare ad obblighi di stanzialità. Per non essere confusi con altre numerazioni, questi avranno una struttura con la seguente sintassi: 55 12345678, dove con “55” si indica il prefisso ad essi dedicato. Potranno esistere, secondo la delibera, numerazioni con prefisso “5X 12345678” dove la X sarà un numero diverso da 5, ma al momento sono “riservati per esigenze future”. Una questione, quella della numerazione in decade 5, oggetto di aspre polemiche da parte di alcuni operatori: Assoprovider ha recentemente fatto notare come la lunga sperimentazione sia stata condotta in decade 6 e come ora la scelta di “passare” al 5 metta in difficoltà proprio gli operatori che hanno investito in quella direzione.

Come sottolinea VoIPBlog, inoltre, “gli operatori che vorranno offire servizi VoIP geografici dovranno acquistare una (costosa) licenza PATS (Publicly Available Telecommunications Service) e saranno trattati esattamente come gli operatori tradizionali. Per fornire servizi VoIP nomadici basterà invece una licenza ECS (Electronic Communications Services), molto meno costosa e con minori obblighi annessi”.

A caratterizzare le nuove decisioni anche il servizio di portabilità del numero , che dovrà essere garantita all’utente nell’eventualità di passaggio da un operatore ad un altro. Un servizio già fruibile nel mondo della telefonia convenzionale fissa e mobile (sulle cui pratiche l’Agcom, per propria ammissione è da tempo in arretrato ).

Dalle numerazioni VoIP dovrà inoltre essere consentito chiamare i numeri di emergenza , una possibilità finora garantita da pochi operatori e che, soprattutto in relazione alle numerazioni geografiche, avvicina queste ultime al concetto di servizio universale, inteso come garanzia fornita alla popolazione. L’obbligo di accesso ai numeri d’emergenza fa infatti parte delle garanzie offerta dagli operatori (tradizionali o VoIP) che il Ministero delle Comunicazioni riconosce come PATS (Publicly Available Telephone Service).

Come detto sopra, questa regolamentazione riguarda l’interoperabilità tra servizi VoIP di un operatore e la telefonia tradizionale. Ma l’Authority per le Comunicazioni si è riservata di avviare un nuovo procedimento istruttorio per stabilire condizioni tecniche e operative per l’interoperabilità tra operatori VoIP , che verosimilmente possono utilizzare piattaforme differenti. Il procedimento istruttorio, a cui l’Agcom stessa ha fissato una durata “non superiore a 120 giorni”, avrà per oggetto “le problematiche connesse alla definizione di un insieme comune di standard, protocolli di segnalazione e interfacce tecniche, ai fini dell’interconnessione ed interoperabilità per la fornitura dei servizi oggetto della presente delibera, della codifica dei media e della localizzazione nella fornitura dei servizi di emergenza”.

Perciò se ne riparlerà nella prossima estate.

Dario Bonacina

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Pubblicato il 3 apr 2006
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