Personaggio a modo suo unico, di certo visionario, talvolta controverso: dieci anni fa ci lasciava Steve Jobs. Il 5 ottobre 2011, in modo beffardo a poche ore dal primo keynote che ha visto protagonista principale sul palco di Cupertino il successore Tim Cook (in cui sono stati presentati iPhone 4S e Siri), si spegneva il co-fondatore e a lungo numero uno della mela morsicata.
Steve Jobs, 1955-2011
Superfluo ripercorrerne la carriera, così come sottolineare nuovamente l’impronta lasciata nel percorso evolutivo dell’ambito hi-tech. Così il sito ufficiale Apple lo ha omaggiato nel giorno della sua scomparsa.
Di recente è stato uno dei suoi concorrenti più diretti, Bill Gates, a prendere in qualche modo le parti di Jobs e del suo contributo, chiedendo di non fare paragoni azzardati mettendolo sullo stesso piano di Elon Musk, colui che oggi, forse più di tutti, viene indicato nel mondo tecnologico come figura ambiziosa e visionaria.
Tra i molti volumi e le biografie che da dieci anni a questa parte hanno ripercorso, ricostruito e reinterpretato la vita (e la morte) di Steve Jobs, riportiamo un estratto da Pesciolino di Lisa Brennan-Jobs, la sua prima figlia, inerente i suoi ultimi giorni. Il libro, che offre uno sguardo inedito e più intimo sull’esistenza di un uomo ancor prima che su quella di un imprenditore, è recensito su queste pagine.
Era seduto sul letto con indosso un paio di pantaloncini. Le gambe erano nude ed esili, più simili a braccia, piegate come quelle di una cavalletta […] Era seduto con la schiena appoggiata a un mucchio di cuscini, le gambe pallide e magre come ferri da calza. […] Era solo, sveglio, e sembrava mi stesse aspettando. Mi sorrise.
Aggiornamento: online sul sito ufficiale Apple un tributo video dal titolo “In ricordo di Steve” e un messaggio dalla famiglia Jobs che si apre con queste parole.
Da dieci anni ormai, lutto e accettazione vanno di pari passo.
La nostra gratitudine è diventata grande quanto la nostra perdita.