13 milioni di PEC e ora si guarda all'Europa

13 milioni di PEC e ora si guarda all'Europa

In Italia si contano ormai oltre 13 milioni di PEC che inviano circa 2 miliardi di mail all'anno: ora i tempi sono maturi per l'interoperabilità europea.
13 milioni di PEC e ora si guarda all'Europa
In Italia si contano ormai oltre 13 milioni di PEC che inviano circa 2 miliardi di mail all'anno: ora i tempi sono maturi per l'interoperabilità europea.

13,3 milioni di caselle PEC attive: è questo il dato che l’Agenzia per l’Italia Digitale ha calcolato nel bimestre maggio/giugno 2021, stimando quindi una crescita ulteriore del 14% anno su anno. La PEC è infatti uno strumento sempre più utile ed utilizzato: la conoscenza da parte dell’utente e le utilità messe a disposizione da PA, istituzioni e imprese hanno innescato un ciclo virtuoso che ha fatto di questo strumento un vero veicolo per la digitalizzazione del sistema Italia.

La PEC in Italia

In Italia la Posta Elettronica Certificata è ormai ampiamente utilizzata: 16 anni di sviluppo (dal 2005 ad oggi) hanno portato questo strumento ad essere utilizzato in gran parte delle aziende a livello quotidiano, diventando anche un elemento imprescindibile per il dialogo con la Pubblica Amministrazione e per l’invio certificato di documenti. La PEC sta progressivamente mandando in pensione la vecchia Raccomandata ed in questo processo c’è ben più di una semplice evoluzione tecnica dei processi: c’è un vero e proprio giro di vite culturale, un modo per innestare una marcia nuova nella crescita del digitale nel nostro Paese.

La sola Aruba conta ben 8 milioni di caselle gestite. Secondo i dati AGID nel bimestre osservato si sono contate 433.876.519 mail scambiate, in aumento del 13%: in un anno si superano i 2 miliardi di mail, circa 6,2 milioni ogni singolo giorno.

Questi dati consacrano la PEC come uno degli strumenti digitali di maggior successo dell’era Internet. La Posta Elettronica Certificata è riuscita negli anni a dare vita ad un rigoglioso sistema di comunicazione destinato a cambiare e migliorare le abitudini di milioni di italiani, incentivando il processo di dematerializzazione documentale, l’abbandono della carta, il risparmio di tempo e la riduzione degli spostamenti, e quindi dell’inquinamento.

Stefano Sordi, Direttore Generale di Aruba

E ora in Europa

I tempi sono ora maturi per una maturazione ulteriore dello strumento. Il progetto di ampliamento a livello europeo della Posta Elettronica Certificata, infatti, è partito nel 2018 e nel 2020 era già in auge la prima Common Service Interface per l’interdialogo tra i vari operatori a livello continentale. Nel 2021 il processo è proseguito con ulteriori affinamenti del regolamento eIDAS e le bozze per il nuovo standard è ora sul tavolo.

PEC, lavori 2021

Siamo all’ultimo miglio, insomma:

I processi burocratici in Italia necessitano di una strategia di semplificazione mirata, che può partire solo dalla digitalizzazione e dall’innovazione degli strumenti. In quest’ottica, la Posta Elettronica Certificata rappresenta un’opportunità per rilanciare la competitività del sistema Paese. La sicurezza e la validità legale offerte dalla PEC contribuiscono a snellire i procedimenti amministrativi, con l’obiettivo di accelerare ogni processo, e a breve potranno farlo anche al di fuori dei confini nazionali. Per questo, l’evoluzione pan-europea di questo strumento sempre più moderno rappresenta un’area prioritaria di intervento.

L’interoperabilità europea è vicina: non solo un semplice modo alternativo di inviare email, ma bensì un nuovo confine che cade nel contesto di un’Europa che vuol essere veramente unita.

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Pubblicato il
27 ott 2021
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