Solleva attenzione il caso di un giovane di 19 anni che è stato prima accusato di essere entrato nei sistemi di Cisco e che ora è stato condannato per alcune incursioni , tre per la precisione, su altrettanti server di università svedesi. Un caso di estremo interesse, vista la dinamica delle indagini.
Punto Informatico ne ha parlato nel 2005, quando l’FBI insieme ai cybercop svedesi aveva iniziato a lavorare su un caso di cracking ai danni di Cisco . Una vicenda pesante, si parlava anche di codice trafugato, e potenzialmente pericolosa per le conseguenze che avrebbe potuto provocare sulla sicurezza in rete.
Proprio l’FBI aveva puntato il dito contro il ragazzo, all’epoca 16enne, a cui era stato sequestrato il computer assieme a tutti i propri materiali informatici. L’anno scorso, agenti dell’FBI avevano proceduto ad un nuovo interrogatorio del giovane, senza tirarne fuori alcunché.
Ma ciò che alza ancora più polvere è il fatto che in primo grado il ragazzo fosse stato assolto . Lui, professatosi sempre innocente e all’oscuro di tutto, in secondo grado è stato invece riconosciuto colpevole di accesso non autorizzato ai network di tre atenei, uno dei quali proprio ad Uppsala, la sua città natale. Dovrà versare un totale di 17mila euro per danni.
Le leggi svedesi non consentono la diffusione del nome del giovane smanettone che tramite il proprio avvocato ha però confermato di voler ricorrere contro la sentenza .