Proprio nelle ore in cui si fa sempre più serrato il braccio di ferro tra Stato e Regioni per opposte visioni sull’utilità dei bollettini quotidiani sull’andamento della pandemia in Italia, i numeri tornano utili per descrivere il trend attuale e capire cosa stia succedendo. Partendo anzitutto da un numero macroscopico che tra poche ore sarà sulle prime pagine di tutti i quotidiani: sta per essere rilasciato il Green Pass numero 200 milioni.
Green Pass: guariti, vaccinati e tamponi
L’aggiornamento del 13 gennaio dice che sono 197.957.717 i Green Pass erogati. Considerando che nel giorno stesso sono stati erogati 1,8 milioni di Green Pass, con ogni probabilità la soglia dei 200 milioni sarà sfiorata nella giornata odierna e definitivamente raggiunta (e superata) domani. Si tratta di una cifra che in sé ha poco significato, ma che la dashboard ufficiale consente di spacchettare nelle diverse dimensioni del certificato.
Con l’imporsi delle nuove restrizioni e con il progressivo possibile passaggio delle regioni in zona arancione, saranno i Green Pass a regolare ciò che si possa o non si possa fare nei luoghi pubblici, affidando così al QR Code correlato l’identificazione del proprio status ed il via libera all’ingresso o meno in bar, ristoranti, impianti sportivi, cinema, stadi e altri luoghi ancora.
Dentro i numeri
Ciò che appare interessante è il fatto che il ritmo delle vaccinazioni sia aumentato, ma soltanto di una quota marginale: in parte sono ragazzi sotto i 12 anni, in parte sono adulti al di sopra dei 50 anni, ma in generale il ritmo è salito soltanto da 600 mila a circa 700 mila erogazioni al giorno (con un picco di 763 mila il 12 gennaio scorso). Vagamente costanti sono invece di Green Pass da tampone, passati da 1,2 milioni al giorno durante le festività agli attuali 0,9-1 milioni quotidiani. Ben più eclatante è l’andamento dei Green Pass da guarigione, passati dai 10-20 mila al giorno del mese di dicembre ai 140-180 mila di questi ultimissimi giorni.
Il Green Pass, insomma, sta cambiando repentinamente volto. La variante Omicron sta dettando la propria legge sulla scia della previsione del ministro tedesco Spahn: se è vero che “presto tutti saremo o vaccinati, o guariti o morti“, l’aumento dei vaccini, dei guariti e dei deceduti sembra confermare questo triste presagio. Lo dicono i numeri, la cui entità traccia una fotografia in chiaroscuro cruda e urticante di questa nuova impressionante ondata pandemica.
Ad oggi in Italia sono stati somministrati 118 milioni di vaccini: l’89,7% della popolazione over-12 è vaccinata con almeno una dose, l’86,6% è vaccinata con due dosi e lo 0,93% è guarita da meno di 6 mesi. Questi numeri ben raccontano il ruolo dei vaccini nel contenimento delle ospedalizzazioni: con il solo ritmo delle guarigioni, infatti, non sarebbe immaginabile raggiungere l’immunità di gregge (obiettivo ormai aleatorio) ed i costi in termini di sacrifici umani sarebbe altissimo.
25 milioni di italiani, nel frattempo, hanno avuto accesso alla dose booster. Il 64% della popolazione, insomma, ha ora raggiunto la massima protezione possibile riducendo al minimo le possibilità di infezione (pur possibile) e di ospedalizzazione (caso estremamente raro). L’ultima cautela possibile restano le FFP2, così da abbattere ulteriormente la propria esposizione al virus.
Al di sotto dei 12 anni sono 737 mila i soggetti vaccinati, 122 mila dei quali con doppia dose già somministrata (3% del totale), 179 mila i guariti. Su queste cifre vertono invece i ragionamenti legati alla chiusura delle scuole ed al miglior equilibrio per garantire salute e formazione a tutti.
Il raggiungimento di quota 200 milioni di Green Pass non significa in sé nulla, ma rappresenta il taglio di un traguardo raggiunto una pedalata dopo l’altra, vaccino dopo vaccino, tampone dopo tampone, guarigione dopo guarigione. Ciascuno di questi passi ha un costo, che è sempre e comunque minore rispetto a quello dei 300 decessi quotidiani con cui ancora dobbiamo purtroppo fare i conti.