Roma – Andersen Consulting non sembra avere dubbi: sul piano occupazionale l’economia legata ad Internet è sempre più destinata ad avere un profondo impatto sia negli Stati Uniti che nelle più sviluppate net-economies europee. In particolare gli studiosi della società di ricerca hanno affermato che, al di là e al di quà dell’Atlantico, entro il 2002 l’economia Internet porterà alla creazione di circa 10 milioni di posti di lavoro.
Nello studio “Internet enabled job creation”, i ricercatori mettono in evidenza che Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia e Spagna arriveranno al 2002 con almeno 3 milioni di posti di lavoro nella nuova economia. Gli Stati Uniti, più avanti nel processo di sviluppo nelle nuove tecnologie, dovrebbero approdare quell’anno a quota 5,8 milioni di nuovi posti di lavoro.
L’impatto della Rete sugli altri settori, quelli che con Internet stanno conoscendo nuove forme di sviluppo, porterà ad una ulteriore accelerazione sia negli USA che in Europa, al punto che, nell’insieme, dovrebbe essere superata quota 10 milioni nelle offerte di lavoro entro due anni.
Sul piano del “volume” dei ricavi generati dalle net economies, la Andersen mette in risalto come l’Europa vada rapidamente colmando il gap con gli Stati Uniti. Nel 1999 i sei paesi europei avrebbero generato 132 miliardi di dollari in ricavi nei settori legati alla Rete, contro i 507 miliardi registrati negli Stati Uniti. Ma entro il 2002, appunto, quando gli USA “totalizzeranno” 1.230 miliardi di dollari, i sei paesi europei dovrebbero toccare quota 597 miliardi.