Blue Bell (USA) – Pur non allentando i propri rapporti con Microsoft , di cui rimane una forte e fedele partner, Unisys afferma di credere moltissimo nelle potenzialità di crescita del mercato open source, e di essere pronta a tornare a scommettere su Linux anche nel 2007.
In un dettagliato rapporto stilato internamente, il celebre produttore di server ha delineato i trend che, secondo i suoi esperti, il prossimo anno guideranno il settore open source. Un settore che, stando a Unisys, nel 2008 raggiungerà un valore complessivo di circa 40 miliardi di dollari .
“I presupposti di tale crescita si sono rafforzati proprio nel corso dell’ultimo anno con momenti di grande fermento per il mercato che ha assistito, ad esempio, all’ingresso in campo dei grandi fornitori tradizionali: Microsoft in prima linea che, grazie al recente accordo con Novell su Linux, ha promosso l’interoperabilità dei sistemi; e molti altri importanti nomi del mercato che hanno fatto a gara per pubblicizzare il loro supporto a diverse comunità di sviluppatori”, si legge nel documento di Unisys.
Il colosso americano afferma che il rapporto tra i vendor e l’open source è oggi in evoluzione : diversi utenti, specie quelli di grandi dimensioni, si starebbero muovendo in direzione del software libero e grandi nomi si sarebbero organizzati per fornire loro supporto tecnico, componenti software e garanzie di interoperabilità.
“La crescita dell’adozione di soluzioni open source da parte delle imprese è dovuta anche a una progressiva maturazione culturale delle aziende stesse e a una scelta sempre più ampia. La migrazione verso tali piattaforme è infatti oggi una scelta sensata, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello commerciale”, scrive Unisys. “Linux non è più considerato solo come un’opzione controcorrente e un sistema relegato ai margini delle reti, ma piuttosto come un’opzione valida tanto quanto altri sistemi operativi più noti. Inoltre, le competenze necessarie per mantenere i sistemi Linux sono diffusamente disponibili e le aziende che oggi annoverano esperti UNIX all’interno delle loro organizzazioni dispongono già del 90% delle conoscenze necessarie”.
Unisys però avverte che un numero sempre maggiore di clienti che vorrebbero provare soluzioni open source è oggi frenato dalla paura di avere problemi di integrazione con il resto della propria infrastruttura IT e, soprattutto, dal non sapere a chi rivolgersi per avere supporto.
“È quindi indispensabile per l’evoluzione del settore la crescita del supporto e la promozione della presupposta integrabilità delle soluzioni open”, afferma l’azienda.
Secondo Unisys, il prossimo anno il software open source raggiungerà la sua piena maturità , e questo sia a livello tecnologico che di distribuzione e supporto.
“Nel mondo sono ormai migliaia i progetti open source in essere e il loro grado di perfezionamento e diffusione cresce rapidamente”, ha affermato Anthony Gold, vice president e General Manager dell’Open Source Business di Unisys. “Fino ad ora Linux si è dimostrato l’elemento più maturo e diffusamente accolto; ma per il 2007 Unisys prevede un andamento simile per l’intera offerta open source, che sarà adottata per le soluzioni business mainstream più importanti come la business intelligence e l’enterprise content management”.
Il colosso ritiene che tra i punti chiave per far crescere il mercato open source vi sia quello di offrire alle aziende soluzioni maggiormente integrate e capaci di supportare i sistemi legacy . Ciò accrescerà ancor più l’importanta dei system integrator, il cui compito è quello di “fornire schemi progettuali per creare e gestire infrastrutture allineate con le proprie strategie di business che integrino gli elementi dell’open source più idonei e ottimizzino le performance”.
Unisys afferma poi che il settore delle applicazioni business open source sarà sempre più dominato da stack di applicazioni specializzati .
“Lo stack LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP/Python/Perl), che si focalizza su funzioni generiche come l’ambiente operativo e i servizi database, è stato fino ad ora l’elemento centrale di gran parte dei progetti open source. Questo stato di cose è però destinato a cambiare radicalmente”, si legge nello studio – “A nostro avviso, nel 2007 crescerà l’offerta di soluzioni open source dedicate a finalità più specifiche come la business intelligence, la gestione dei contenuti e la gestione dell’output”.
Ali Shadman, vice president e general manager Open Source Solutions, Systems & Technology di Unisys, descrive tali stack specializzati come “scatole nere”, ossia “elementi plug-and-play che richiedono una minima configurazione e sono progettati per inserirsi con naturalezza nei moderni ambienti data center ed eseguire fin dall’inizio un unico job”.
Shadman afferma poi che le architetture orientate ai servizi (SOA), insieme agli standard, colmeranno il gap esistente fra sistemi legacy e sistemi aperti “favorendo una unione ottimale di costi inferiori e massime funzionalità”.
“L’open source – dice Unisys – sarà concepito sempre più come strumento per promuovere l’innovazione. Molte aziende considerano l’open source come uno strumento per ridurre i costi, sia di acquisto iniziale che di possesso. Molti utilizzano inoltre architetture SOA, o lo faranno presto, per promuovere la crescita dell’attività, distribuendo servizi innovativi su nuovi mercati, facendo leva sulle applicazioni esistenti oppure come modalità efficiente per lo sviluppo di nuove applicazioni. Unisys prevede che nel 2007 le aziende più lungimiranti utilizzeranno l’open source per sviluppare ancora di più la loro competitività e promuovere l’innovazione”.
In questo scenario, Unisys afferma di volersi porre “come punto di riferimento per tutte le imprese che desiderano avvicinarsi ai sistemi aperti”, e questo fornendo sia soluzioni hardware/software, sia servizi di consulenza e supporto.