Milano – I colletti bianchi di Wind , nel calcolare, ricalcolare e validare i risultati finanziari e commerciali del primo trimestre 2007 da presentare all’attenta comunità finanziaria, sul pallottoliere si sono ritrovati un risultato decisamente pesante: sul margine operativo lordo è stato stimato un impatto negativo di circa 300 milioni, a causa, secondo l’azienda, della abolizione dei costi di ricarica .
Il pacchetto Bersani non è però l’unico bastone tra le ruote della salute finanziaria dell’Arancia: “Gennaio e febbraio sono andati benissimo” ha dichiarato l’amministratore Paolo Dal Pino, in occasione di un incontro con gli investitori svoltosi a Milano e organizzato da Deutsche Bank. “Il primo impatto – ha proseguito il manager – lo abbiamo registrato a marzo e stimiamo per l’intero anno un effetto negativo sull’Ebitda di circa 300 milioni dal decreto Bersani puro, più altri 90-100 milioni dal taglio delle tariffe di terminazione fisso-mobile e dal roaming internazionale”.
“C’è una distorsione competitiva del mercato – ha dichiarato Dal Pino riguardo alla riduzione delle tariffe di terminazione – Il vero tema è come far sì che il settore mantenga una competitività forte. Noi, nei nostri rapporti con l’Authority, l’abbiamo segnalato”.
Dal Pino si riferisce a quanto segnalato da Wind e TRE all’ Agcom : i due operatori si sono rivolti all’Authority TLC per chiedere un rinvio sul provvedimento di riduzione relativo alle loro tariffe di terminazione fisso-mobile (previsto per luglio), motivando tale richiesta con una situazione di mercato a loro dire sbilanciata a favore di TIM e Vodafone .
L’amministratore delegato ha comunque ostentato serenità in merito ai procedimenti aperti dall’Agcom in seguito alle azioni intraprese da Wind per la rimodulazione di alcuni piani tariffari. Wind, secondo Dal Pino, non è punibile : “Noi siamo tranquilli, abbiamo avvisato i clienti in base a quanto richiesto dalla legge e abbiamo fatto tutto quello che dovevamo”.
Intanto le azioni intraprese dall’operatore continuano a suscitare le reazioni delle associazioni di consumatori. Codacons chiede “alle due Autorità, Agcom e Antitrust, di dichiarare formalmente nulle le modifiche delle tariffe comunicate ai clienti via SMS, obbligando il gestore Wind a restituire agli utenti le maggiori somme da questi pagate a seguito delle variazioni contrattuali bocciate dall’Authority”. Un’iniziativa che, se accolta, potrebbe far lievitare la stima dei “danni” già calcolati dall’azienda. La battaglia è aperta.
Dario Bonacina