Entro il 2012 la banda internet “finirà”. E con essa finirà la rete come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Non ci saranno breakdown di sistema, no, ma cambieranno i criteri di accesso alla rete, con velocità differenziate per accesso e trasmissione dei dati a seconda delle tipologie di utenza. Con tanti saluti alla neutralità della rete.
A prefigurare uno scenario così drammatico è l’ultimo rapporto di Nemertes Research , istituto che da anni monitora i pattern di impiego della rete da parte di cittadini e imprese. iIl problema, spiegano i ricercatori , è molto semplice: mentre la domanda di accesso alla rete continua a crescere, l’ offerta di banda ristagna. E questo mismatch sarebbe destinato a congestionare prima, ed a far collassare poi, l’architettura neutrale fin qui esperita dagli utenti.
Non è certo la prima volta che si parla di questo processo, ma i pareri sull’effettivo rischio sono discordanti. PCWorld decide di approfondire e parla delle diverse ragioni dietro queste profezie . Vi è anzitutto la disponibilità di un range sempre più ampio di servizi ed applicazioni internet-based avanzate, legate in particolare alle attività di condivisione e streaming di materiali multimediali. E poi, in modo correlato, la crescente diffusione delle attività di tele-lavoro e collaborazione a distanza, che risultano anch’esse in accresciuti carichi sull’infrastruttura di rete.
Il nodo non è nuovo, né per gli analisti né per gli internet provider. Solo che, come raccontano in tanti, i grandi ISP hanno fin qui preferito spingere al massimo l’impiego (ed il carico) sulle tecnologie esistenti, anziché investire in modo sostanziale sull’innovazione infrastrutturale. Questa politica “attendista” sarebbe dunque destinata a fare i conti con una “data di scadenza” tecnologica ben precisa: già dal 2012, stima infatti il report, le richieste di accesso saranno superiori alla capacità di banda complessiva di internet. Ed a quel punto, in mancanza di correttivi adeguati, cominceranno i guai veri.
Cosa accadrà in concreto? Anzitutto, dicono i ricercatori, gli utenti comuni cominceranno ad esperire con sempre maggiore frequenza problemi rispetto al funzionamento delle applicazioni a maggiore intensità di banda. Attività come lo streaming video, o il download di materiali multimediali all’interno delle reti peer-to-peer, subiranno sospensioni e ritardi inattesi, e si formeranno “code di download” ancor più lunghe di quelle attuali.
Ma soprattutto, spiegano alla Nemertes, i problemi di congestione potrebbero portare alla formazione di un internet “a più velocità”. A fronte della scarsità di banda, infatti, gli internet provider potrebbero decidere di rendere disponibili dei “canali preferenziali”, dotati di velocità di accesso e trasmissione dati garantite, da affittare a coloro che presentano una maggiore capacità di spesa. Con buona pace dell’impiego di internet per lo sviluppo economico diffuso, e della stessa neutralità della rete.
Giovanni Arata